"Vorrei ribadire il cordoglio mio e di chiunque vesta questa uniforme per la scomparsa della piccola Laura". Impossibile non parlare della tragedia di Caselle, nel giorno in cui Torino celebra i 100 anni dell'industria aerospaziale italiana.
Lo fa, con la voce rotta dall'emozione, il generale Fabio Sciorella, vicedirettore tecnico della Direzione armamenti aeronautici. E tra scenari e progetti, per prima cosa ricorda la bimba di 5 anni, uccisa dall'incendio dell'auto in cui viaggiava nel momento in cui una delle Frecce tricolori è precipitata al suolo, poche ore prima dell'esibizione prevista in città.
Ricordata la tragedia di Caselle
Quella città, Caselle compresa, che vuole continuare a essere, insieme al passato e presente, anche il futuro del settore aerospazio. Velivoli, ma anche droni, fino ad arrivare a satelliti e infrastrutture spaziali. Il territorio, spina dorsale del Distretto Aerospaziale più importante in Italia, vanta tutte le carte in regola. Si parla di una filiera costituita da circa 350 aziende tra grandi realtà multinazionali e Pmi, un fatturato di 7 miliardi di euro e oltre 22mila addetti. Torino e Piemonte, da soli, pesano per circa il 10% del settore a livello italiano per presenza di stabilimenti, quota che sale al 20% se si ragiona in termini di addetti e addirittura al 25% per quota di export 2022.
Ma le sfide e i dubbi sul futuro non mancano, tra ricerca (green e non solo) e scenari geopolitici.
"È importante passare il testimone ai giovani - dice Stefano Serra, vicepresidente dell’Unione Industriali e presidente dell’Amma - Possiamo essere particolarmente fieri del peso che ha il nostro comparto. Siamo all'avanguardia in tutti i progetti. Serve un patto civico fra noi e le istituzioni per non perdere l'occasione città Aerospazio".
E Fulvia Quagliotti, presidente Distretto aerospaziale piemontese, aggiunge: "A gennaio saranno trascorsi 115 anni da quando a Torino ha volato il primo velivolo interamente costruito in Italia. E aspettiamo il 28 novembre pet inaugurare a Torino gli Aerospace and defence meetings, grande occasione per far dialogare le grandi aziende internazionali con la nostra filiera. La Città dell'Aerospazio è invece la nostra proiezione verso il futuro: le nostre aziende, nei progetti, possono ambire al rango di partner e non solo di fornitori".
Partnership, Caselle e Città dell'aerospazio
"Il futuro, insieme ai caccia di sesta generazione, significa avere una piattaforma con tecnologia che al momento non abbiamo ancora - dice Cristiano Montrucchio, responsabile Ingegneria Leonardo Velivoli - Ma le quote di partecipazione di domani si giocano sulla capacità di fare. Ecco perché è importante sviluppare partnership in cui Leonardo puo avere funzione di guida, ma devono raggruppare le migliori menti nazionali. Torino Caselle e la Città dell'Aerospazio sono due situazioni ideali".
Motori verdi e diesel vegetali
Sul tavolo, immancabile, anche il tema dell'impatto ambientale. "L'obiettivo europeo di rendere l'industria carbon neutral entro il 2050 è davvero impegnativo - sottolinea Riccardo Procacci, presidente e amministratore delegato Avio Aero - e non si può lavorare in una sola direzione. A cominciare da motori sempre più efficienti, tra consumi ed emissioni. Negli ultimi 40 anni, si sono ridotte in media dell'1% all'anno. E lavoriamo per tagliare un ulteriore 20% entro il 2035. Poi lavoriamo anche sull'ecodiesel, sostenibile perché di derivazione vegetale. Ma oggi costi e disponibilità non sono ancora accessibili. L'ultima frontiera sembra essere l'idrogeno, ma bisogna essere in grado di produrlo in maniera sostenibile. Ma tutte le nostre ricerche trovano il loro centro qui a Torino, più che nelle altre sedi".
Il ruolo dei piccoli (e delle reti)
Accanto ai colossi, però anche le pmi giocano un ruolo fondamentale. "Abbiamo dovuto leggere il mercato e metterci in ascolto, per conoscerne le dinamiche - dice Andrea Romiti, vicepresidente Amma e amministratore delegato di APR - E cosi, le piccole stanno diventando medie e le medie studiano per crescere ulteriormente, investendo in risorse e tecnologie. Nel nostro caso, abbiamo deciso di sviluppare nuovi prodotti ascoltando le necessità dei nostri partner, anche stranieri. Ma è importante anche fare rete per costruire percorsi di ricerca congiunta, magari anche con le scuole e le università. Il futuro passa da Torino".
Dalla guerra ritardi e nuove sfide per l'Europa
Certo, un settore come quello aerospaziale si è trovato di fronte a punti interrogativi inattesi come quelli legati alla guerra russa. "La crisi bellica in Ucraina ha ritardato alcune missioni, ma al tempo stesso ha accelerato domande e ricerche in campi in cui prima ci si affidava la Russia. Per esempio su Marte, missione Interrotta e che ha impattato su noi e Leonardo, tra gli altri. A breve sposteremo queste ricerche in Europa ed è un bene - sottolinea Walter Cugno, vicepresidente Esplorazione e Scienza Thales Alenia Space - Più che a Torino, bisognerà capire se il futuro dello Spazio passa dall'Europa, che in questo momento non ha accesso allo Spazio, nemmeno commerciale e in orbita bassa".