Al di là dei risultati altalenanti delle blasonate squadre della Serie A, in Piemonte c'è un calcio che vince dominando: si tratta di quello praticato da persone con disabilità intellettive, che lo scorso maggio è riuscito a sbancare tutte le categorie del campionato “Il calcio è di tutti”, organizzato dalla Divisione Sport Paralimpico e Sperimentale della FIGC.
Il premio del Consiglio Regionale
A trionfare sono stati, rispettivamente, il Torino nel 1° livello (le categorie sono suddivise in base al grado di disabilità in ordine crescente, ndr), l'ASD Terzo Tempo nel 2° livello e la Juventus nel 3°: le squadre sono state premiate dal presidente del Consiglio Regionale Stefano Allasia nel corso di una cerimonia tenutasi a Palazzo Lascaris: “Avere - ha dichiarato – dei Campioni d'Italia è un grande orgoglio per il Piemonte. Questa premiazione è l'occasione per accendere i riflettori su un'esperienza che merita di essere conosciuta: voi siete la dimostrazione del valore dello sport come strumento e che grazie al calcio si possono realizzare progetti inclusivi”. L'idea della premiazione è stata della consigliera del Partito Democratico Monica Canalis: “Grazie a voi - ha commentato –il Piemonte è primo in Italia, era doveroso darvi un riconoscimento pubblico ufficiale per questo successo che ha fatto grande la nostra regione”.
L'orgoglio delle società
Due delle tre realtà premiate sono legate alle rispettive società professionistiche: non a caso, a intervenire sono stati due importanti dirigenti nonché due amati ex calciatori come Gianluca Pessotto per la Juventus ed Emiliano Moretti per il Torino: “Essere Campioni d'Italia – ha sottolineato il primo – è un risultato molto difficile e di grande prestigio che richiede l'impegno nel lottare insieme per un obiettivo comune, nonché qualcosa che vi porterete dentro per sempre; lo sport aiuta a tirare fuori la parte migliore di noi”. “Avete meritato – ha aggiunto il secondo – questo successo, l'impegno, la passione e il coraggio che mettete ogni giorno dà lustro a tutto il mondo del calcio”.
L'esperienza di Terzo Tempo nasce invece in modo completamente diverso: “Siamo nati - ha spiegato il presidente Gianfranco Bono – all'interno del Comune di Torino per offrire un'attività ai ragazzi che frequentavano i centri diurni e non solo: da allora, educatori e psicologi si sono trasformati in soci, volontari ed allenatori. Il calcio è il nostro strumento per l'educazione, dietro a tutto questo ci sono tantissime storie seguite anche come servizi sociali e rappresenta il modo in cui ci proponiamo come cittadini”.