Ha affittato una bici che aveva più di 40 anni e ha affrontato l’‘Eroica’ di Gaiole in Chianti con il figlio, la nuora, il nipote e un amico di Torino. Giuseppe Gili ha 74 anni, vive a Bricherasio ed è appassionato di bicicletta da molto tempo: “Nell’81 lavoravo alla Fiat di Rivalta, e da Pinerolo andavo e venivo tutti i giorni in bici. Ho sempre amato questo sport e continuo a farlo: quattro anni fa, per festeggiare il mio settantesimo compleanno, sono andato in bicicletta fino in Germania a visitare i parenti di mia moglie”. Ma a praticare questa disciplina non è da solo: anche il figlio Marco e il nipote, Fabrizio Revelli, sono grandi appassionati, macinando abitualmente centinaia di chilometri in corse e passeggiate. Ed è proprio Marco a coinvolgere il papà all’Eroica di Gaiole in Chianti, dopo averla percorsa per due anni da solo, iscrivendolo all’edizione 2023.
Il percorso affrontato domenica 1° ottobre, di 106 km, si snoda tra le Crete Senesi, con un dislivello di 1.793 m e circa 60 km di strade non asfaltate. “Oltre alla difficoltà obiettiva del percorso, ho affittato una bici che aveva più di quarant’anni, con rapporti veramente duri: è stato un miracolo che nessuno di noi abbia forato o si sia fatto male” racconta papà Giuseppe, che ha affrontato la corsa insieme al figlio, alla nuora Mariana Ramirez Uzcategui, anche lei coinvolta dal marito e ora grande appassionata, al nipote Fabrizio e all’amico torinese Claudio Bedin. “È stata un’esperienza meravigliosa, sia per lo spettacolo unico dei paesaggi, sia per il senso di comunità: siamo partiti in novemila da Gaiole in Chianti, pronti per diverse distanze e percorsi, e siamo arrivati tutti, anche grazie ai punti ristoro ogni 25 km con le prelibatezze locali – racconta Gili –. È stata una giornata unica che spero di ripetere anche il prossimo anno”.
Oltre al ciclismo, Giuseppe Gili pratica il ‘walking football’, ovvero calcio camminato, e a breve disputerà le qualificazioni con la squadra di Pinerolo-Luserna per il torneo nazionale a Roma di novembre; è allenatore e arbitro di bocce paralimpiche, seguendo la figlia Elisa che gioca da circa cinque anni ed è vicecampionessa regionale. “È stata lei la prima della famiglia a lanciarsi nelle competizioni – spiega Gili –, mentre io e mio figlio abbiamo sempre praticato sport, ma senza agonismo: ci bastano la nostra passione e il nostro divertimento, e soprattutto amiamo poter correre non da soli, ma insieme ad altre persone. Adesso però, ci aspetta un po’ di riposo per riprenderci: ci vuole anche quello”.