Il progetto “Torino Street Care 3.0” offre un sostegno alla persona in condizioni di marginalità e senza dimora che superi la gestione assistenzialistica attraverso un’azione integrata e l’intervento di un team di professionisti specializzati.
L’iniziativa è realizzata dal Danish Refugee Council Italia ONLUS, Camminare Insieme ODV e Rainbow for Africa-Medical Development ODV, con il sostegno di Iveco Group, Fondazione Lavazza e Pirelli, e la collaborazione della Città di Torino, l'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino e l'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino.
Il Comune di Torino ha sottoscritto con gli Enti promotori del progetto una convenzione mirata a potenziare i servizi di prossimità e di primo contatto per le persone in condizioni di emarginazione attraverso la condivisione di un percorso di interventi interdisciplinare sperimentando azioni integrate. La Città, inoltre, si impegna ad accompagnare e sostenere il progetto all’interno del network delle realtà del terzo settore aderenti al Piano di Inclusione sociale e nella rete dei suoi servizi, in particolare quelli di strada diurni e notturni rivolti alla popolazione senza dimora, raccordando tutte le iniziative e agevolando l’operatività.
“Attraverso questo presidio mobile vogliamo andare incontro alle persone fragili che fanno più fatica ad accedere ai servizi sociosanitari e per questo rischiano di restare inascoltate e non vedere garantito il diritto alla salute. Sono individui soli, in condizioni di precarietà abitativa o senza dimora, ma anche minori stranieri non accompagnati che, per varie ragioni, sono restii a recarsi nelle strutture ambulatoriali o spedaliere. La professionalità del personale qualificato e l’esperienza dei volontari sapranno offrire loro un primo sostegno adeguato per poi indirizzarli verso presidi sanitari e altri servizi” ha dichiarato Jacopo Rosatelli, Assessore al Welfare della Città di Torino.
A Torino si stima la presenza di oltre 2.500 persone senza dimora, di cui più del 50% sono di origine straniera. Nonostante l'esistenza di un sistema socioassistenziale a loro supporto, per molte persone che si trovano in condizioni di vulnerabilità, come senza dimora, persone straniere prive di documenti, richiedenti asilo, donne sole o con minori, anziani, risulta complesso l'orientamento e l'accesso ai servizi offerti sul territorio. Questa situazione, se non affrontata, rischia di incrementare la condizione di marginalità e informalità in cui queste persone spesso si trovano.
"La presenza di persone senza dimora ed estremamente vulnerabili nella città di Torino è purtroppo in aumento. Con questo progetto mettiamo insieme l’expertise di attori che da anni si impegnano per aiutare i gruppi più vulnerabili per un supporto mirato.” Afferma Giulia Spagna, Direttrice DRC Italia ONLUS.
Il progetto è iniziato il 19 ottobre in Piazza della Repubblica dalle 17:30 alle 22:30, con la prima uscita del pullman ospedale di Rainbow for Africa, convertito in un ambulatorio completamente attrezzato, che permette di rispondere ai bisogni dell'utenza, sia in termini sanitari che socio-legali e assistenziali e si ripeterà secondo le medesime modalità e orari nella giornata di giovedì 26 ottobre.
I futuri luoghi e modalità di intervento sono ancora da definire e verranno comunicati prontamente dagli Enti promotori e dal Comune di Torino nei rispettivi canali di comunicazione quanto prima.
Afferma Paolo Narcisi Presidente Rainbow for Africa – Medical Development ODV: “Come Rainbow for Africa, crediamo da sempre che il diritto alla salute debba essere un diritto universale e garantito per tutti. L'emergenza sanitaria COVID-19 ci ha insegnato che le competenze e l'impegno portato avanti per oltre dieci anni lontano da casa possono essere una risorsa preziosa per essere al fianco dei fragili che vivono la nostra città. Crediamo ancor di più, che mettere in comune competenze ed esperienze diverse, ma complementari tra loro, insieme a un mezzo unico progettato per rispondere al meglio ai bisogni, sia davvero la strada giusta per poter fornire un aiuto mirato e di qualità alle persone che vivono una condizione di fragilità.”
Le attività si basano sulla realizzazione di un intervento socio legale e sanitario a disposizione delle persone senza dimora o in condizioni di vulnerabilità, concentrandosi nelle aree della città di maggior fragilità.
“La capacità di coniugare l’intervento medico con quello socio-legale e con un referral a tutti i servizi assistenziali esistenti sul territorio la forza di quest’iniziativa. Come DRC siamo felici di poter dare una mano.", aggiunge Giulia Spagna.
Giulio Fornero, Direttore Sanitario Camminare Insieme ODV: “Negli ultimi tre anni la prossimità delle cure è diventata l’asse portante delle progettualità di Camminare Insieme: a domicilio, nelle case di ospitalità, per persone senza dimora, per donne vittime di tratta e/o di violenza e in strada, in collaborazione con la Città di Torino. L’unità mobile è un ottimo strumento per favorire la prossimità delle cure in strada.”
Il progetto è basato sulla prossimità e sull'ascolto, fungendo da intermediario e punto di riferimento per gli utenti al fine di indirizzarli verso i servizi pubblici e le iniziative già attive sul territorio, promosse dal Comune o da altre organizzazioni. In questi contesti, la collaborazione e la cooperazione tra le diverse realtà sono fondamentali e rappresentano il percorso chiave per offrire agli utenti il miglior supporto e accompagnamento possibili.
Un team multidisciplinare composto da operatrici e operatori sanitarie e sanitari, operatrice socio-legale e mediatrice linguistico-culturale accoglie le richieste e fornisce un primo sostegno sanitario e un orientamento ai servizi per tutte le persone a rischio di esclusione dai percorsi istituzionali di cura e dalle opportunità di inclusione offerte dal territorio.
La collaborazione con la Città di Torino permette la messa disposizione di personale dedicato al supporto di questo servizio, agevolando l’operatività e le attività dell’ambulatorio mobile.
Il progetto avrà una durata di 9 mesi con un primo avvio sperimentale nel presidio di Porta Palazzo. Nelle settimane successive, valutate le esigenze del territorio e dell’utenza, si estenderà ad ulteriori aree della Città.