I Teleriscaldati parteciperanno al Gruppo di Lavoro Metropolitano
convocato per il 27 novembre e proporranno una moratoria sugli aumenti tariffari per ridurre la speculazione avvenuta sul servizio pubblico di teleriscaldamento, così come già avvenuto in altri Comuni.
La città di Torino è la città più teleriscaldata d'Italia ed è noto che il teleriscaldamento sia stato propagandato per migliorare le condizioni ambientali della città e dell'area metropolitana e, contemporaneamente, ridurre i costi per le famiglie. Purtroppo, il costo del teleriscaldamento è stato indicizzato al prezzo del gas metano, nonostante più del 80% del calore distribuito sia l’avanzo, non più altrimenti utilizzabile, della produzione di energia elettrica che viene recuperata invece di disperderlo in atmosfera. Il calore viene venduto come se fosse prodotto esclusivamente per scaldare le case degli utenti con aumenti che, dal 2020, hanno raggiunto il picco del 256% lo scorso dicembre per poi tornare al +71,3% del settembre 2023.
Nel caso di Grugliasco, che è teleriscaldato per ben 83.8% con il calore acquisito dall’inceneritore TRM a 47.66 €/MWh lo scorso gennaio, IREN Energia lo ha venduto alle utenze grugliaschesi a 134.92€/MWh effettuando un ricarico del 183.09%. Nel caso di TRM gli utili 2022 ammontano a 94.023.888€ e rappresentano il 49.76% dei ricavi. Tra i soci che riscuotono i dividendi azionari TRM figurano anche i comuni di Grugliasco 0,00667% e Torino 16,5134%.
Un Servizio Pubblico deve rispettare necessariamente i principi etici
qualificanti di trasparenza, equità, sostenibilità, universalità ed
economicità. La stessa autorità ARERA ha riconosciuto il carattere
speculativo della tariffazione “costo evitato” applicata in regime
monopolistico del teleriscaldamento nei propri documenti: 547-22 e 388-23.
Considerato che i comitati dei Teleriscaldati denunciarono e
manifestarono già un anno fa la criticità economica e sociale per cui, diversi condomini furono scollegati per morosità e sono tuttora al freddo, la convocazione del tavolo di confronto per il 27 novembre
giunge tardiva, a stagione di riscaldamento ormai avviata e con
prospettive di ulteriori aumenti. Così organizzata, la tariffazione del teleriscaldamento non risponde ai principi di un Servizio Pubblico, ma risulta un’opportunità finanziaria per le società collegate alla gestione del teleriscaldamento: TRM (spa di cui Iren Ambiente ha l’80% delle azioni) ed IREN.
La gestione di Servizi Pubblici tramite società di capitali ha come
priorità la tutela del profitto dell’investimento degli azionisti, anche a discapito della tutela della qualità ed economicità dovuta al
cittadino utente - cliente. Inoltre, il rispetto dell’equilibrio
economico finanziario previsto all’art. 117 del TUEL scarica sulle
tariffe le sanzioni, le inefficienze e il rischio di impresa.
La gestione speculativa del Servizio Pubblico di teleriscaldamento
provocherà ulteriori distacchi per morosità, è pertanto fondamentale che le amministrazioni comunali, azioniste e/o concessionarie dei gestori coinvolti, impongano un blocco delle tariffe agli importi fissati al mese di luglio 2023, facendosi finalmente parte attiva e propositiva nei confronti dei gestori, nel rispetto di quanto emerso nei documenti ARERA e al fine di tutelare gli interessi dei cittadini e degli stessi Comuni.
Nonostante i toni propagandistici sul teleriscaldamento, la Città
Metropolitana di Torino resta una delle zone più inquinate d’Italia, con Torino Città più inquinata in assoluto sottoposta a procedimento di infrazione europea a causa dell’inquinamento in area padana; anche le promesse di risparmio sono svanite e i condomini hanno iniziato con i distacchi volontari dalla rete di teleriscaldamento.