Edoardo Sanguineti è morto nel 2010 ma ha lasciato un’eredità culturale che a Torino si traduce nel Centro Studi Universitari che porta il suo nome. Centro che insieme all’Archivio di Stato ha organizzato una mostra, in programma nella sede di via Piave fino al 30 aprile, e un ciclo di conferenze, che si concluderanno con una cerimonia il 7 marzo.
Torino la città "cruciverba"
La mostra che ha aperto oggi è letteralmente un cruciverba, come Sanguineti amava definire la sua Torino, “con tutte le caselle bene a posto, secondo uno schema assolutamente geometrico, e con tutte le definizioni a posto”.
Una città in cui si era trasferito con la famiglia a soli tre anni, dove si è laureato, sposato ed è diventato padre per la prima volta. Dopo essersi trasferito a Salerno, mantenne in rapporti con Torino collaborando con la casa editrice UTET ma anche con la Rai e i teatri locali.
Sanguineti artista poliedrico
Poeta, scrittore, drammaturgo, critico letterario, traduttore e politico italiano, è stato legato candidato sindaco del capoluogo torinese ma anche consigliere comunale. Un vita vissuta tra la critica, la militanza comunista e le arti come il cinema, la poesia e il teatro, raccontata nelle “caselle” della mostra.
“L’idea che avevamo era di condurre il visitatore a non doversi orientare - spiega la curatrice Clara Allasia - Volevamo si avesse una fruizione casuale dei materiali, anche se la struttura, proprio come nel lavoro di Sanguineti, c’è ed è anche molto rigida”.
Lungo le sei sezioni della mostra i visitatori potranno scoprire il suo lavoro per il Grande Dizionario della Lingua Italiana, attraverso una parte delle oltre 70 mila schede lessigrafiche che batteva a macchina, ma anche il suo impegno politico, nella poesia, nel cinema e soprattutto nel teatro, con le prose e i rari bozzetti fatti dal figlio Federico per la sua opera Caroussel.
In mostra anche reperti recentissimi
In mostra, sarà possibile ammirare per la prima volta due recentissimi ritrovamenti, che risalgono agli albori della carriera del Sanguineti poeta: il manoscritto di Composizione, la raccolta sottoposta nel febbraio 1950 a Cesare Pavese, che la rifiutò, due redazioni di Laszo Varga e il manoscritto finale di Laborintus, la fondamentale opera d’esordio di Sanguineti, nella redazione in cui il titolo era ancora Laberintus.
“Al Centro Studi - aggiunge la curatrice - cerchiamo di valorizzare il suo lavoro. La sua eredità è con la modernità. Sanguineti fu un interprete della modernità e delle categorie preconcette”.
Per info: https://www.centrosanguineti.unito.it/it