Due vicende legate alla sanità regionale, un grido d'allarme contro i tempi infiniti delle liste d'attesa e la richiesta di un pensionato rivolta al governatore Alberto Cirio e all'assessore Luigi Icardi. E' il consigliere regionale dem Diego Sarno a farsi portavoce di queste persone.
Giuseppe Grassia, con una breve lettera, racconta l'odissea di chi deve prenotare una visita o un esame, dovendo scontrarsi con tempi infiniti per veder accolte le sue richieste. "Vorrei fare una piccola contestazione nei confronti dei Signori rappresentanti della Regione Piemonte, in ambito della sanità pubblica. Siamo arrivati al punto che non si può più effettuare una visita medica, vai per prenotare e ti dicono che le prenotazioni sono chiuse, vai all' ASL oppure direttamente in ospedale per sentirti dire che le prenotazioni sono chiuse, non siamo autorizzate dalla regione".
"Cosa vuol dire? Dobbiamo morire? Poi vai dal medico di famiglia per una visita e ti dicono le segretarie: Signore, il primo posto è tra sette mesi. Ne avrei tante da dire, ma spero di avervi fatto comprendere il disastro nel quale viviamo", conclude la sua lettera.
Giuseppe Discepolo, pensionato di 77 anni che vive a Trofarello, racconta invece il suo vissuto personale per chiedere il riconoscimento di una categoria che ad oggi vive nell'ombra. "Ho avuto un ictus mentre guidavo sull’autostrada Torino-Piacenza. Arrivato a destinazione, ad Asti, scendendo dalla macchina, sono svenuto. Sono rimasto in ospedale per circa un mese, sono stato seguito molto bene".
"Avendo poi bisogno di riabilitazione, sono stato trasferito alla clinica S.Anna di Asti. Anche qui sono stato seguito benissimo e incredibilmente, nel giro di quindici giorni, mi sono rimesso in piedi e ho ricominciato a camminare. Ma quando sono tornato a casa, avevo quasi perso del tutto il recupero fatto in clinica così la mia dottoressa, con il suggerimento di mia moglie, mi propone di fare altre terapie ma questa volta al S.Camillo di Torino".
"Ho seguito 24 ore di fisioterapia manuale al braccio e alla gamba sinistra. Ho trovato dei ragazzi non solo molto competenti e professionali, ma anche persone con le quali era bello scambiare due chiacchiere". Da qui arriva la sua richiesta all'indirizzo di Cirio e Icardi: "Ora sono qui a scrivervi a nome proprio di questi ragazzi che, dalla Regione, nella loro specifica figura di terapisti occupazionali non sono riconosciuti dalla categoria. Aiutiamo questi ragazzi che con passione e determinazione risollevano persone che diversamente sarebbero invalide e di conseguenza a carico dello Stato".