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Scuola e formazione | 12 dicembre 2023, 15:30

Si scalda la corsa alla guida del Poli. E si "smarca" dall'era Saracco. "No a rettore napoleonico, l'ateneo si apra al confronto"

Confronto tra i candidati Fino, Corgnati e De Martin: "Restare apolitici e fedeli alla nostra missione". "Il rettore sia espressione dell'intera comunità". "Unanimità un valore solo se spontanea"

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Al Polo del 900 andato in scena il confronto tra i tre candidati al dopo Saracco

L'era Saracco, al Politecnico, si avvia a conclusione. E in attesa di marzo si moltiplicano in questo periodo i confronti tra i tre candidati che ambiscono a sostituirlo: il già vicerettore alla cultura e alla comunicazione Juan Carlos De Martin; il già direttore del dipartimento di Scienza applicata e tecnologia Paolo Fino e il già vice rettore alla Ricerca poi alle Politiche Interne Stefano Corgnati. Con un filo conduttore, tra i tre aspiranti rettore: "Bisogna riaprire il confronto interno".

De Martin: "Non allontaniamoci dalla nostra missione, senza politica"

E tra le mura del Polo del 900, dove i tre si sono dati appuntamento, non si sono fatti attendere i distinguo rispetto al passato, che in realtà è ancora presente. "Il Politecnico con me come rettore sarebbe un ateneo in grado di fare bene il proprio lavoro, creando e condividendo la conoscenza, ma senza assumere ruoli troppo distanti dalla nostra missione, come invece ogni tanto ci viene chiesto - dice De Martin, una delle anime di Biennale Tecnologia - E soprattutto agirebbe in maniera apartitica, io sarei la voce di tutto il Politecnico, con l'ambizione, una volta finito il mio mandato, di tornare a fare il docente e fare ricerca".

Un riferimento nemmeno troppo velato proprio a Saracco, anche se non viene mai nominato, che è stato spesso coinvolto (pur smarcandosi regolarmente) da eventuali candidature con le forze di centrosinistra come sindaco di Torino o governatore del Piemonte.

"No a un rettore napoleonico, il conflitto ci può stare"

E poco dopo ammonisce: "No a un rettore napoleonico, ma che sappia fare sintesi di tutte le anime interne all'Ateneo. Bisogna diffondere discussioni e riflessioni in università. Abbiamo perso abitudine al confronto e c'è quasi riluttanza al conflitto, che invece è accettabile, se tenuto in ambiti civili".

Spazio anche ai rapporti con i "cugini" di UniTo. "I due atenei devono collaborare, con me questo rapporto farebbe un salto avanti importante. Ma anche ponte verso il resto del Piemonte, ma anche con il resto d'Italia", conclude De Martin.

Il ruolo del Poli nel mondo che cambia 

"In questi 25 anni il nostro territorio è cambiato moltissimo, siamo passati dall'essere Fiat-centrici alla ricerca di nuove vocazioni - legge la realtà Paolo Fino - Dobbiamo guardare il mondo alla luce di elementi di cambiamenti che non siamo in grado forse di comprendere nemmeno completamente. Come l'intelligenza artificiale. Il Politecnico deve giocare qui il suo ruolo, perché saranno effetti molto pervasivi".

Sul passato recente, "governare un ateneo è molto complesso, spesso figlio di elementi di contorno. Pensiamo al Covid. È difficile dare un voto al passato. Ma l'unanimità è un valore solo se spontanea".

Crediamo nella città universitaria con campus diffusi

E Stefano Corgnati, terzo candidato per la poltrona di rettore, sottolinea: "Il Politecnico ha la sua ricchezza nella diversità, siamo tanti dipartimenti diversi e ciascuno ha vocazioni particolari. Dobbiamo poi essere internazionali, ma anche riportare questa atmosfera sul nostro territorio".

Sulle transizioni, attualmente in atto, bisogna invece "dare un'impronta al mandato, fornendo la nostra interpretazione sia sul cambiamento green che su quello digitale. Interpretazione che poi ha riflessi anche sull'industria e sulla città". Senza dimenticare il successo presso le matricole: "Abbiamo valori fondanti per cui gli studenti ci scelgono e, quando ne escono, sono ancora più rafforzati su temi che ci devono rendere riconoscibili, a cominciare dalla sostenibilità e rispetto ambientale. E penso che sia fondamentale porci nella città come campus diffuso: Politecnico, Valentino, ma anche hub sparsi nella città dove inserire i nostri centri di ricerca. Crediamo nel modello della citta universitaria".

Sulla rappresentanza delle anime del Poli, "lo statuto spiega chiaramente che l'organismo è il Senato accademico. Spesso la frustrazione può essere derivato da una sua applicazione non corretta. A volte c'è un problema nella descrizione di regole, ruoli e funzioni. E questo crea frustrazione. Prima di cambiare, dobbiamo interpretare correttamente ciò che gia abbiamo. Ma bisogna riprendere i tavoli del confronto e il rettore deve essere espressione di un'intera comunità".

E sulle infrastrutture, "dobbiamo assumerci la responsabilità della costruzione di spazi per la didattica. È prioritario, a cominciare dalla manica della didattica. È la vera strada per contribuire alla permanenza sul territorio. Negli ultimi anni, invece, ci si è limitati alla costruzione di poche aule".

Il Politecnico santuario di confronto, no a chiusure

Impossibile non parlare delle tensioni all'interno del mondo universitario, che per il Politecnico ha visto contestazioni a collaborazioni come quella su Frontex. "Il Politecnico deve promuovere la libertà di confronto e facendo affrontare i temi. Deve esserci diritto di fare manifestazioni e anche quello di criticarle, se rimane nella civiltà. Quasi un santuario - dice De Martin - e per le nostre collaborazioni con le aziende, è pericoloso fissare un perimetro o fare delle liste. Ma si deve riflettere su cosa implica lavorare con esterni. E poi si fanno le scelte".

"Il dibattito è fondamentale in ogni circostanza e non ci si può tirare indietro - commenta Fino - Una comunità accademica come la nostra non si può sottrarre a ogni discussione, senza però semplificare, come sarebbe invece dire con chi collaboro e con chi no. Qualunque ricerca può avere un uso in campo bellico, pensiamo agli studi sui materiali".

"Partner strategici con la Città"

"Città e Politecnico sono partner strategici in tanti obiettivi e soprattutto in prospettiva di sviluppo. Polii soprattutto per progetti legati a industria, tra Mirafiori e aerospazio dove le competenze dell''ateneo sono preziose - commenta il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, presente all'incontro - La collaborazione con il futuro rettore sarà strategica con questo, anche per attrattività e internazionalizzazione. Conoscendo bene i tre candidati so che chiunque sarà all'altezza. Leggerò i loro programmi perché intenso votare anche io".

Massimiliano Sciullo

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