Qualcuno sperava che la situazione potesse sbloccarsi prima delle festività natalizie, ma così non sarà.
La matassa del centrosinistra resta quanto mai ingarbugliata e nessuno pare riuscire ad individuare il bandolo da cui iniziare a sbrogliarla.
Nel Pd c’è un muro contro muro non solo tra le due anime del partito (Schlein e Bonaccini) ma soprattutto tra il “blocco” torinese e le restanti province piemontesi.
Doppio il nodo da sciogliere: le alleanze e il nome del candidato presidente, dato che continua a non esserci condivisione sul nome di chi dovrà essere lo sfidante di Alberto Cirio.
Il Movimento 5 Stelle tiene in stallo il Pd in Piemonte, nonostante in Abruzzo e Sardegna si siano fatti passi avanti.
La recente nomina a vice di Giuseppe Conte dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino non sembra però – dati i non cordiali trascorsi col Pd torinese – favorire il varo di una possibile alleanza.
Secondo alcuni osservatori potrebbe essere proprio l’Appendino un’ulteriore pietra d’inciampo sul percorso di un matrimonio che pare non s’abbia da fare.
Più passano i giorni, più il Partito Democratico teme di restare col cerino in mano.
Domenica, dalle colonne di Repubblica, Enrico Borghi, capogruppo in Senato di Italia Viva e braccio destro di Matteo Renzi, ha lanciato ufficialmente la candidatura dell’ex sindaco di Cuneo Federico Borgna, come elemento di coesione di un’ampia alleanza civica.
A stretto giro di posta, sempre dalle colonne del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, il segretario regionale dem Mimmo Rossi ha cassato la proposta invitando Italia Viva a dire – prima di avanzare nomi - se intende far parte della coalizione di centrosinistra.
L’ipotesi delle primarie – come noto - è stata respinta dalla segreteria nazionale per cui risulta difficile capire quale sarà il criterio con cui verrà scelto il candidato presidente e, al tempo stesso, quali altri partiti o gruppi civici faranno eventualmente parte della coalizione.
I due protagonisti dello “stallo alla messicana” restano la deputata e vicepresidente nazionale del partito Chiara Gribaudo e il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle.
Il segretario regionale Rossi suona la carica, facendo seguito ad analogo appello venuto qualche settimana fa dal consigliere regionale albese Maurizio Marello.
La percezione è che in entrambi i casi si tratti di “vox clamantis in deserto”, dal momento che all’atto pratico nulla si muove.
Avanti di questo passo (si fa per dire) Cirio – che comunque non è ancora stato ufficialmente intronizzato – può passare un sereno Natale e forse anche … una felice Pasqua.