Mangiare lenticchie con la speranza che portino denaro, lanciare vecchie stoviglie da finestre e balconi come simbolo di cambiamento, di abbandono del passato per abbracciare, speranzosi, il presente e l'immediato futuro.
Questi sono solo alcuni dei riti diffusi in tutto il nostro Paese la notte di Capodanno. Ma ogni territorio, ogni regione ha i propri, a testimonianza della grande ricchezza di cui l'Italia può vantare, come segno delle dominazioni succedutesi nel corso del tempo.
In Piemonte, ad esempio, ve ne sono diverse, alcune legate ad incontri che, a seconda del caso, possono essere positivi o meno, ed altre legate a gesti apotropaici più o meno plateali.
Riguardo agli incontri, tradizione vuole che siano di buon auspicio, per l'inizio dell'anno, quelli con una persona dell'altro sesso, oppure con un cavallo bianco, un frate o un carro colmo di biada. Al contrario, è di cattivo augurio un incontro con una suora, un prete, un gobbo o un anziano.
Un'altra credenza benaugurante è quella di specchiarsi appena svegli, per vedere il proprio riflesso prima di essere visti dagli altri.
Un'usanza comune in tutto il territorio sabaudo era quella di accendere grandi falò al fine di bruciare, simbolicamente, ogni sventura o negatività avvenuta nell'anno appena volto al termine e, al tempo stesso, per donare nuovo vigore agli
uomini, ai campi ed al bestiame. Infine, un'altra tradizione radicata in passato riguardava le "streine", piccoli regali a base di frutta o pupazzi di pane, anch'essi considerati di buon augurio per l'anno nuovo.
Che si sia scaramantici o no, compiere questi gesti, qualunque sia l'esito, può infondere sicurezza e determinazione nell'affrontare la quotidianità...perciò, perché non provarci?!