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Copertina | 01 gennaio 2024, 00:00

Lorenzo Sonego: "Il tennis mi fa girare il mondo ma Torino è unica, non la cambierei con nessun'altra città"

Dopo aver contribuito al successo azzurro in Coppa Davis, punta ad un anno da protagonista. "Sinner campione e ragazzo speciale, sogno un 2024 esaltante per entrambi"

Lorenzo Sonego: "Il tennis mi fa girare il mondo ma Torino è unica, non la cambierei con nessun'altra città"

Ha regalato, assieme a Sinner, Musetti e al resto della squadra, un sogno azzurro chiamato Coppa Davis che all'Italia mancava dal 1976, dagli anni magici di Panatta e Barazzutti. Lorenzo Sonego è stato decisivo nella semifinale contro la Serbia, giocando un doppio pressoché perfetto, che ha aperto la strada al trionfo dell'Italia del tennis. Adesso si racconta in esclusiva per noi, confidando speranze e ambizioni per un 2024 che lo vuole vedere ancora di più protagonista.

Quella di Malaga in Davis è stata la vittoria più bella della carriera o il ricordo va ad un successo ottenuto in singolare?

La vittoria in Davis è sicuramente la più bella. Io sono un uomo squadra, e vincere insieme ai miei compagni è stato favoloso.

Che voto darebbe al suo 2023 e quali sono gli obiettivi per il nuovo anno? Le Atp di Torino sono un sogno o un obiettivo?

Mi darei un 8. Ho battuto giocatori molto importanti e raggiunto gli ottavi a Parigi. Per arrivare al nove serve un po’ di continuità in più. Per il nuovo anno l’obiettivo è quello id continuare a migliorare dalla parte del rovescio ed in risposta, in termini di risultati vedremo poi cosa succede.
Battere dei giocatori che si qualificano a Torino è una cosa, andarci è un’altra. Alla fine la classifica non mente. Devo scalare 40 posizioni per qualificarmi, ma non lo vedo impossibile.

Un pregio e un difetto del Lorenzo Sonego uomo e tennista.

Il pregio è che mi diverto e che non mollo mai, il difetto forse a volte un po’ di mancanza di curiosità.

Come è nel privato Sinner? Come è nato questo rapporto speciale con lui?

E un ragazzo speciale. Rimanere umile, sorridente e gentile mentre si conquista il mondo non è da tutti. Probabilmente è per questo suo carattere che andrà ancora più su.

Cosa manca ancora a Sinner per vincere uno Slam e per lottare per essere il numero 1 del mondo?

Esperienza. Nei match sui cinque set si diventa forti giocandoli. Non si possono simulare in allenamento.

Che rapporto ha Lorenzo Sonego con la sua città e quanto la sente ancora sua, pur girando il mondo per i tornei 10 mesi l'anno?

Io amo Torino, non la cambierei con nessuna città al mondo.

Se non fosse diventato un tennista, cosa sognava di fare da grande il piccolo Lorenzo?

Il calciatore.

Più facile che il suo Toro arrivi in Europa nel 2024 o che Sonego entri nei primi 15 del mondo?

Possibili entrambi. Di facile non c’è proprio niente.

Quale personaggio storico, della politica o della cultura l'affascinava da piccolo o chi le piacerebbe incontrare tra quelli di oggi?

Mi affascinavano le leggende legate alle varie credenze che avevano i greci, i romani e gli egizi.

C'è una scaramanzia, magari legata a Torino, che fa spesso, prima di una partita importante?

No, non ho particolari scaramanzie. Vivo e mi concentro su quello che devo fare.

Massimo De Marzi

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