L’unione di un ukulele, un pianoforte e una batteria dà vita al progetto musicale Santinumi! che nasce ai Docks Dora nel 2019. Nel 2020 il gruppo autoproduce il primo disco Paganìa nel quale ogni traccia viene associata ad una divinità, un lavoro che li aiuta a scoprirsi musicalmente. A luglio 2023 il singolo “Maddalena” anticipa il loro secondo album, Numifragio, uscito qualche giorno fa. In questo secondo lavoro le tre anime musicali dei componenti si sono incontrate e mescolate.
Come si sono formati i Santinumi! e perché si chiamano così?
Nicola: I Santinumi! nascono ufficialmente ai Docks Dora: una sera sono stato invitato ad una prova tra Maurizio e Andrea che nel 2019 stavano arrangiando alcuni loro pezzi con ukulele e pianoforte. Ho portato con me la chitarra e ho provato ad incastrarmi tra tutte quelle note capendo che lo spazio non era poi così tanto. Allora, per gioco, mi sono seduto alla batteria (il mio primo strumento). Un’ora dopo avevamo arrangiato quasi tutti i brani che avrebbero formato Pagania, il nostro primo disco.
Maurizio: l’idea di Andrea era un progetto senza batteria, ma dopo quella prova se n’è fatto volentieri una ragione. Andrea: (sorride)
Come vi descrivereste ad un ascoltatore che non vi conosce?
Nicola: facciamo quello che si può fare mettendo insieme un ukulele, un pianoforte, una batteria e tre voci: a volte la colonna sonora di un film lunghissimo, a volte qualcosa da cantare in macchina, a volte qualcosa da ascoltare prima di dormire.
Andrea: ad un ascoltatore che non ci conosce descriverei la nostra musica come “un viaggio intergalattico a bordo di una barca a vela”.
Maurizio: la chiave di molti pezzi è che l’ukulele non sembra un ukulele, ma una piccola orchestra di suoni.
Cosa ispira la scrittura dei vostri testi?
Andrea: abbiamo tre modi completamente diversi di approcciarci alla scrittura: c’è chi è più attento al suono delle parole, chi al significato. Quando qualcuno di noi porta un brano in sala capita spesso che ci si confronti e si evolva quella che era la prima stesura di un testo. In generale, nei nostri testi si parla molto del confronto del singolo con ciò che gli sta attorno, che sia una relazione, un’amicizia, figli, aspettative, desideri.
A distanza di quattro anni è uscito il vostro secondo disco, come, e se, siete cambiati in questo arco temporale?
Andrea: sicuramente abbiamo trovato una diversa maturità di sound, che ancora ci lascia molto spazio da esplorare. Se su Paganìa, il nostro primo disco, quello che abbiamo fatto è stato un po’ come scoprirci l’un l’altro, su Numifragio abbiamo iniziato a camminare insieme. Ancora non sappiamo dove ci porterà questo nostro percorso.
Numifragio è il titolo del disco appena uscito, quali storie ci racconta?
Maurizio: Numifragio è l’incontro tra le nostre tre anime, è un mix di pezzi da cui è stata tolta la polvere per riprendere vita in questo disco e di pezzi totalmente nuovi come il singolo “Partire”, nato una sera in sala prove. Tra l’altro per il singolo “Partire” c’è stata la possibilità di collaborare con Giorgio Li Calzi, affermato musicista jazz sulla scena italiana.
La vostra Torino musicale e non.
Nicola: per me Torino è “Conversazioni” degli Arturo, ascoltato a tutto volume passeggiando di notte quando la città si svuota.
Maurizio: per me è il panorama invernale su piazza Vittorio dal Monte dei Cappuccini con sottofondo il “Cielo su Torino” dei Subsonica, un tripudio sabaudo!
News, appuntamenti, live in programma.
Stiamo lavorando ad una data per i primi di ottobre a Torino e speriamo durante l’inverno di portare in giro il più possibile questo nostro disco, mentre in sala prove stiamo già pensando al prossimo.