Il 1º agosto 2024 scadrà la moratoria sul pagamento delle obbligazioni statali ucraine, che era stata approvata nel 2022. Così a Kiev stanno facendo tutto il possibile, come riferisce il sito Strumenti Politici, per convincere i creditori a dare ancora un po’ di ossigeno al governo, quel tanto che basti a trovare i fondi per chiudere il budget di quest’anno. Purtroppo non sono arrivati buoni risultati dal primo giro di trattative con i rappresentanti dei creditori internazionali. Infatti questi ultimi hanno mostrato poca disponibilità ad accontentarsi di ulteriori promesse e di impegni a lunghissimo termine. Forse sentono che si tratta dell’ultima possibilità per prendersi qualcosa, prima che avvengano cambiamenti irreparabili all’interno dello Stato ucraino. Il problema per Zelensky è che se non accettano compromessi, manderanno Kiev letteralmente in bancarotta. A confermare la cupa atmosfera di sfiducia intorno alla questione ci si mette il quotidiano francese Le Monde, che scrive: “il periodo di grazia è ormai finito”. I principali creditori (BlackRock, Pimco, Amia Capital LLP, Amundi SA) hanno formato un comitato e hanno discusso le prospettive di ripianamento del debito. Kiev propone di sostituire gli attuali titoli con altri che matureranno al più tardi nel 2040 e sui quali ci sarà fino al 2027 un interesse dell’1%. Di fatto, Zelensky sta chiedendo loro di accettare grosse perdite oggi e riavere tutto dopo la fine del conflitto. Intanto, il Parlamento ucraino ha disposto un divieto temporaneo di pagamento del debito estero sovrano, che vale fino a ottobre. Ma rimandare il problema non sembra più possibile, perché l’FMI spinge fortemente per la ristrutturazione del debito e per le riforme di liberalizzazione e di privatizzazione.