Sindacati e sigle del mondo cooperativo insieme per scrivere il futuro del welfare in Piemonte. Nasce su questa base l'Osservatorio paritetico regionale che unisce le forze di Fp Cgil, Fp Cisl, Fisascat Cislz UilFp e UilTucs. Con loro, anche Confcooperative federsolidarietà, Legacoop sociali e Agci Piemonte.
Giocarsi il futuro del welfare
"Qui ci stiamo giocando il futuro del welfare e l'inserimento lavorativo", dice Enrico Pesce, coordinatore dell'Osservatorio paritetico regionale. "Siamo una società sempre più anziana, senza dimenticare i minori, i migranti, 8 fragili e il tema delle carceri. È importante che i servizi siano prossimi ai cittadini e quanto spesso sia difficile esserlo".
Un nuovo contratto
Nel marzo 2024 è stato rinnovato il contratto nazionale di cooperazione sociale, con aumenti del 17%. "Un risultato importante che ora porta a nuove convergenze e collaborazioni", aggiunge Francesca Delaude, vicecoordinatrice dell'Osservatorio. "A partire da questo organismo paritetico, con 6 attori datoriali e 6 sindacali, per monitorare le situazioni di accreditamento, affidamento e appalti. Sia per la parte normativa che per quella economica: dalla trasparenza nelle gare alla puntualità dei pagamenti".
Novecento coop e 46.700 addetti
Si conta che siano circa 900 le cooperative sociali attive in Piemonte, che danno lavoro a 46.700 addetti. "Abbiamo già individuato in un Comune piemontese una gara d'appalto per il sostegno agli alunni disabili che non rispettava i livelli economici previsti dal contratto ed è stato bloccato", raccontano Delaude.
"Dialogo tra parti ci ha già salvato post Covid"
"Un dialogo di questo genere costante e costruttivo, conviene a tutti e ha salvato il comparto socio sanitario nei tempi del Covid e soprattutto del post Covid - commenta l'assessore regionale alle Politiche Sociali, Maurizio Marrone - Ora si deve ricostruire e riavviare dalle basi, pianificando nel medio periodo".
"Non si poteva pensare che il mondo cooperativo sociale rimanesse immune agli aumenti dei costi delle energie e del lavoro - prosegue -, ma il primo posto va all'attenzione per chi svolge questo lavoro in prima persona. Pagare poco il lavoro abbassa inevitabilmente il servizio è questa qualità non è accettabile che si abbassi".
"Con il nuovo Piano sanitario - conclude Marrone - vogliamo integrare anche un lavoro di equipe multidisciplinare che accompagni il servizio di welfare rivolte alla cittadinanza, lungo tutto il percorso e senza far ricadere il peso sulle spalle della famiglia dell'assistito".
Condivisione e risorse
"C'è un metodo di condivisione tra i diversi assessorati coinvolti, azzerando le difficoltà sulle competenze - aggiunge Federico Riboldi, assessore regionale alla Sanità - Sul tema delle risorse, per evitare il Libro dei sogni, il mondo della Sanità piemontese veleggia in acque migliori per circa 400 milioni di euro. Non potremo fare tutto quello che intendiamo fare, ma ci permettono di scrivere e pianificare il Piano sanitario".
Cambia il Cup: da call center a commercio
"Tutti i lavoratori del Cup, con delibera presa ieri in Giunta, saranno inseriti come contratto del commercio e non più come call center - aggiunge Riboldi -, questo dimostra la nostra volontà di stabilizzare il più possibile gli addetti, a partire da chi lavora per noi. È il nostro orientamento verso la serenità di chi lavora".