“Tranquilla qualunque cosa accada!” è la frase che Gilda Cersosimo aveva fatto sua durante i colloqui con don Antonio, sotto gli alberi del parco del Castello d’Osasco, seppure, appena diciassettenne, fosse consapevole di vivere gli ultimi mesi della sua vita. Dalla forza è dalla serenità che la giovane torinese ha diffuso attorno a sé fino al giorno della morte – avvenuta il 24 gennaio del 2022 dopo due anni di terapie e ricoveri per una rara forma di tumore: il sarcoma di Ewing – è nata l’associazione a suo nome che domenica 15 settembre porterà il Grande Coro Hope di Torino proprio nel parco del Castello per un evento gratuito con ingresso alle 15. Il coro – composto da un’ottantina di elementi – si esibirà nello spettacolo ‘Si fa presto a dire angelo’ ispirato a testo del padre benedettino tedesco Anselm Grùn: ‘50 angeli per accompagnarti durante l’anno’. Le donazioni raccolte serviranno a finanziare i progetti dell’associazione Gilda Cersosimo, in particolare le attività del Monastero di Mvanda nella Repubblica Popolare del Congo.
“Il parco del Castello era il suo luogo del cuore che ha frequentato nell’ultimo anno e mezzo di chemioterapia. Nonostante fosse nel pieno di una recidiva molto aggressiva, usciva dai colloqui con don Antonio d’Osasco, con gli occhi luminosi. Aveva fatto sua la frase del sacerdote: ‘Tranquilla qualunque cosa accada! Perché così dev’essere” ricorda la madre Paola Pascale. “È stato un luogo che abbiamo frequentato spesso: sotto l’ombra di quegli alberi Gilda trovava un rifugio, anche spirituale” aggiunge il padre Pasquale Cersosimo.
Ora il ricordo di Gilda contribuisce a ombreggiare il parco: un’associazione romana lo scorso anno ha piantato per lei un esemplare di Liquidambar Styraciflua. La forza e la speranza con cui la ragazza ha affrontato la malattia, spesso incoraggiando gli altri giovani ospiti del Regina Margherita, ha colpito, infatti, non solo i medici e i religiosi che l’hanno seguita, ma anche chi non l’ha conosciuta direttamente, tanto da ispirare il libro: ‘Gilda Cersosimo. Splendida come un sorriso e forte come l’amicizia’ della casa e editrice Velar di Bergamo. Su di lei scriveva don Antonio: ‘È stata per me una vera conversione di fede, una vera benedizione”.