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| 15 ottobre 2024, 19:27

Dalla Val Germanasca alla Val Pellice: il ricordo delle battaglie di Daniele Varese

Fisiatra a Luserna San Giovanni e a San Germano Chisone, difensore degli ospedali di Torre Pellice e Pomaretto, è scomparso venerdì

Dalla Val Germanasca alla Val Pellice: il ricordo delle battaglie di Daniele Varese

Dal reparto di fisioterapia dell’ospedale di Pomaretto, all’incubatoio degli avannotti di Luserna San Giovanni, alle feste di Radio Beckwith che si facevano a Torre Pellice... ovunque si trovasse lui faceva la differenza. Per questo sono molti gli amici e i compagni delle associazioni in cui ha militato a piangere in questi giorni la scomparsa dell’angrognino Daniele Varese avvenuta venerdì 11 ottobre. Nato a Torino nel 1964, Varese era conosciuto soprattutto per il suo lavoro di fisiatra ma era stato tra i fondatori di associazioni e comitati del territorio.

Per i suoi pazienti a Pomaretto e i bambini bielorussi

“Era uno dei professionisti che all’ospedale di Pomaretto aveva contribuito a creare una struttura importante: la nostra fisioterapia era ritenuta un’eccellenza, migliore anche di quella di Pinerolo. Tutto questo successe perché persone come Daniele facevano veramente la differenza” sottolinea Danilo Breusa, sindaco del paese della Val Germanasca. Al suo fianco si era battuto per salvare gli gli ex ospedali valdesi di Pomaretto e Torre Pellice impegnandosi nel Comitato nato per lo scopo. Accanto a lui anche Piero Rostagno, scomparso lo scorso anno, e il dottor Danilo Mourglia che ricorda: “Oltre ad averci giocato a calcio assieme, con Daniele lavorammo a lungo assieme: al di là delle consulenze reciproche nel nostro mestiere eravamo impegnati per cercare di mantenere aperti i presidi ospedalieri di Pomaretto e Torre Pellice e, successivamente, come Comitato Valpellice per il diritto alla salute abbiamo continuato a ragionare sul futuro dei servizi in valle”. L’amicizia tra i due medici fu un’eredità di famiglia visto che il padre di Mourglia e quello di Varese, primario all’ospedale valdese di Torino, si ritrovavano uno di fianco all’altro per le analisi del sangue il sabato mattina a Pomaretto. “Proprio qui Daniele sosteneva di essere maturato a livello lavorativo” aggiunge Breusa. Ex dipendente Asl, negli ultimi anni lavorava come professionista all’Asilo valdese di Luserna San Giovanni e all’Asilo dei vecchi di San Germano Chisone.

Varese inoltre viene ricordato per il suo attivismo nell’associazione ‘Il sassolino bianco’ che per anni si è occupata in Val Pellice dell’accoglienza di bambini bielorussi che prevenivano da istituti collocati nelle zone colpite dal disastro nucleare di Černobyl’.

La passione per gli ambienti acquatici e l’ittiofauna

Ma erano molti i suoi interessi. Nel 2013 fu uno dei soci fondatori dell’Ataai (Associazione tutela ambienti acquatici e ittiofauna), di cui ricoprì la carica di vice presidente. Spesso lo si vedeva al lavoro all’incubatoio ittico di valle che si trova a Luserna San Giovanni. “Partecipava con interesse soprattutto alle attività con le scuole: per lui la responsabilità di un’associazione era proprio quella di fare formazione per tutte le età. E ci riusciva perfettamente con le sue capacità comunicative e didattiche” raccontano i soci. Una delle ultime iniziative che aveva curato con l’Ataai si può vedere nella piazza di San Giovanni: “Si tratta del cartello sul rio Gambrero che aveva realizzato e posizionato e che testimonia la sua attenzione ambientale per il territorio anche nei suoi aspetti più piccoli – continuano –, in particolare era legato alla Val di Luserna”. Per l’associazione la sua scomparsa lascia una ferita profonda: “Daniele ha fatto la differenza per le sue caratteristiche umane, per la sua gentilezza e la profonda saggezza. Per noi è stato una ricchezza”.

L’impegno senza ingessature e Radio Bekwith

Non solo salute e ambiente ma anche cultura: Varese fu uno dei giovani coinvolti nei primi anni di Radio Beckwith con cui collaborava tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. Per anni fu nel direttivo dell’associazione culturale Francesco Lo Bue creata proprio per sostenere la nascita della radio. “Era sempre in prima fila e particolarmente impegnato nelle feste che a quei tempi organizzavamo prima in piazza Muston, nei giorni subito successivi alla Festa dell’Unità, e poi nel cortile del Collegio valdese” ricorda Piervaldo Rostan con cui visse da vicino quei momenti. Le feste servivano a raccogliere fondi per la sopravvivenza della radio. “In quei contesti con le sue foto riusciva a cogliere le espressioni più particolari della gente ed era stata sua l’idea di una biciclettata e di un evento destinato agli amanti dei cani” continua. Con addosso la maglietta del suo gruppo preferito, i Nomadi, Varese aveva contribuito ad organizzare concerti che portarono a Torre Pellice artisti di fama internazionale: “Come Bertoli, Finardi, gli Inti-Illimani. Ma la sua passione erano i Nomadi e con grande piacere riuscì assieme a tutti noi a portare anche loro ad esibirsi in paese”. È toccato proprio a Rostan scrivere con la fatica e il dolore dell’amico l’articolo in ricordo di Varese pubblicato su Riforma, giornale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia, in cui evoca anche il momento in cui, durante la pandemia, il medico si rese disponibile ad assistere gratuitamente le persone in difficoltà e un’altra passione che i due condividevano: l’hockey su ghiaccio. Varese, inoltre fu impegnato nella chiesa valdese: nel Circuito delle chiese della Val Pellice e nel concistoro valdese di Luserna San Giovanni. “Sapeva condividere l’impegno senza ‘ingessature’” rivela Rostan.

Il funerale si svolgerà al Tempio valdese di Luserna San Giovanni giovedì 17 ottobre alle 15.

Elisa Rollino

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