"Non ci lasciavano più venire via, tanto era l’entusiasmo. Le donne ci hanno chiesto svariati “bis”, mentre con gli uomini abbiamo avuto un simpatico fuori programma: un paio di detenuti sono saliti sul palco per fare un po’ di freestyle": sSono le prime parole a caldo del cantante Gionathan e di Salvatore Barone, fondatore e presidente di Brothers Keeper Ministry, all’uscita dal carcere torinese delle Vallette.
Oggi, lunedì 11 novembre, hanno trascorso la giornata con i detenuti per portare loro un po’ di leggerezza e spensieratezza. Nel teatro della Casa circondariale si sono infatti tenuti due concerti nell’ambito del “Prisons Tour”, sostenuto dal Consiglio regionale del Piemonte, che lo ha reso possibile tramite l’organizzazione partecipata: la mattina il pubblico era composto da un centinaio di detenuti della sezione maschile, mentre il pomeriggio da una cinquantina di donne.
Dopo le tensioni e le rivolte di questa estate, la situazione negli istituti penitenziari si è andata normalizzando e ora hanno finalmente riaperto i cancelli per eventi dall’esterno. Così è stato possibile organizzare il “Prisons Tour”, nel periodo da lunedì 11 a giovedì 14 novembre: dopo il carcere di Torino, toccherà a Genova (12 novembre), Asti (13 novembre) e Biella (14 novembre).
Dietro a tutto questo c’è l’associazione Brothers Keeper Ministry di Salvatore Barone e sua moglie Daniela Catena, che opera da oltre 20 anni nelle case circondariali per assistere, aiutare e sostenere i detenuti e le loro famiglie, sia in caso di bisogni pratici e materiali sia per un supporto psicologico e spirituale. L’associazione ha aperto e sta seguendo anche quattro case di accoglienza per detenuti ed ex detenuti in cerca di una nuova possibilità.
Gli spettacoli del “Prisons Tour” prevedono brani di musica rap, funk e rock. La presenza del cantante e musicista olandese BlackRockStar, al secolo Rivelino Rigters, è particolarmente importante: con i suoi pezzi racconta i viaggi in Africa, dove ha visto l’estrema povertà dei bambini, ma anche i problemi di salute che ha dovuto affrontare e che lo hanno portato a un passo dalla morte; di quando il padre morì davanti ai suoi occhi all’età di 8 anni e di come da ragazzo sia entrato nelle gang e poi in carcere. Finché non ha conosciuto dei missionari cristiani: attraverso di loro ha ricevuto un messaggio d’amore e di speranza che ha cambiato la sua vita e che ora cerca di trasmettere ai carcerati.
Un’esperienza talmente positiva, che gli educatori del carcere li hanno salutati con un impegno: "Si faranno loro carico di chiedere alla direzione di organizzare un nuovo evento con noi", sorride emozionato Gionathan. Annuisce Salvatore: "A causa degli strascichi delle proteste delle scorse settimane, non tutti i detenuti che avevano fatto richiesta oggi hanno potuto partecipare. È probabile che in primavera ripeteremo il concerto aggiungendo anche dei workshop di scrittura creativa, su più giorni. Ora terminiamo questo tour, poi cominceremo a parlarne".