Dopo il ricorso dell’amministrazione comunale, il Tar ha sospeso la chiusura dei cinque uffici postali in Torino annunciato da Poste Italiane. Un fermo stabilito dall’azienda per il 16 dicembre che ora slitta all’8 gennaio, data in cui è atteso l’ulteriore pronunciamento da parte del Tribunale Amministrativo.
Gli uffici a rischio chiusura
Poste Italiane aveva annunciato di voler riorganizzare il servizio in favore di una maggiore digitalizzazione, del potenziamento dell'App per i pagamenti e gli altri servizi online.
A fare le spese di questo piano i cinque uffici postali di : via Nizza 88 (Torino 55), via Francesco Guicciardini 28 (Torino 13); via Verres 1/A (Torino 78); corso Casale 196 (Torino 53) e via alla Parrocchia 3/A (Torino 54). Ad essere maggiormente colpite dalla scure le zone di Torino est e nord, con tre chiusure di uffici postali tra Madonna del Pilone, Cavoretto e Barriera di Milano. Tocca poi al centro e San Salvario.
"Quello postale - commenta il sindaco Stefano Lo Russo - è un servizio primario per la comunità e gli uffici presenti nei quartieri svolgono anche una funzione di presidio sul territorio. Nonostante la nostra contrarietà e senza la necessaria concertazione Poste Italiane ha deciso la chiusura di ben 5 uffici dislocati sul nostro territorio". "Per questo - aggiunge - siamo stati costretti a ricorrere al Tar contro la decisione, nell’interesse dei diritti delle torinesi e dei torinesi, che non possono e non devono veder scomparire un servizio importante a causa di logiche guidate primariamente da criteri economici".
"Siamo soddisfatti che sia stata riconosciuta l’urgenza di tutelare il servizio e ci auguriamo che arrivi anche un ripensamento da parte dell’azienda su questa decisione", conclude Lo Russo.
I sindacati scrivono a Mattarella
A schierarsi accanto al sindaco anche SLC CGIL Piemonte, CGIL Torino e SPI Torino, che hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sottolineare le gravi conseguenze che la chiusura di numerosi uffici postali avrà sulle comunità locali, con particolare riferimento alla città di Torino e al suo hinterland.
Gli uffici postali, si legge nella lettera, "non sono meri luoghi di erogazione di servizi, ma rappresentano presìdi di legalità, spazi di prossimità sociale e riferimenti essenziali, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione, quali anziani, persone con disabilità e cittadini che vivono in aree periferiche o svantaggiate".