“Il Codice del bosco”, il docu- film di Alessandro Bernard e Paolo Ceretto sarà al cinema in prima visione a Torino da lunedì 5 maggio, dopo l’anteprima assoluta al 73. Trento Film Festival.
Il film sarà in sala al Cinema Massimo il 5 maggio (ore 20.30, alla presenza degli autori), martedì 6 (ore 18) e mercoledì 7 (ore 16, con gli autori in sala); seguiranno poi le proiezioni al Cinema Fratelli Marx, ancora mercoledì 7 maggio (alle 21, alla presenza degli autori), venerdì 9 (alle 18.45) e lunedì 12 (alle 19). Prodotto da Zenit Arti Audiovisive in collaborazione con MIC e realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, il film è distribuito in Italia da OpenDDB.
Tra l’ottobre e il novembre 2018 una forte tempesta si è abbattuta sul nord-est italiano: l'uragano Vaia ha colpito come mai prima l’ambiente delle Dolomiti e delle Prealpi Venete, le stime contano l’abbattimento di circa 14 mila alberi. Questo disastro ha reso possibile il diffondersi del bostrico, un minuscolo insetto che si nutre dell’abbondante quantità di alberi abbattuti, che ha moltiplicato la sua azione anche sugli abeti del bosco: in seguito alla particolare siccità e allo stress di piogge della stagioni del 2022, oggi è presente un’epidemia di bostrico, che minaccia tutta la foresta, a sei anni dalla tempesta.
Nel cuore di una foresta devastata, tra tronchi abbattuti e radici scoperte, due scienziati visionari cercano un nuovo modo di dialogare con la natura: Alessandro Chiolerio, fisico che a tratti sembra un alchimista, che usa tecnologia e biologia per captare segnali elettrici dalle piante, e Monica Gagliano, ecologa visionaria che sfida la scienza moderna con i lavori su comunicazione e intelligenza delle piante, portano avanti i loro esperimenti nei luoghi dove all’uragano Vaia è seguita l’epidemia di bostrico.
In Val di Fiemme, i due scienziati si incontrano per provare a entrare in contatto con il bosco, tra tronchi spezzati e radici capovolte, dove avanza inesorabile il minuscolo ospite a vista d’occhio, flagello degli alberi, che incide sotto la corteccia intricati segni come geroglifici da decifrare. Un linguaggio sconosciuto che sembra alludere a un mistero ancora da svelare. Tra nuove ipotesi scientifiche, antichi saperi e connessioni invisibili da esplorare, il film ci porta in un viaggio affascinante alla ricerca di un nuovo modo di vedere e vivere il nostro rapporto con la natura. Un racconto che intreccia scienza, tecnologia e mito, in cui il bosco si manifesta come un’entità viva, abitata da un genius loci con cui imparare a dialogare. La camera da presa incontra quindi diverse vedute della scienza, sguardi attenti e volontà di ascoltare, al fianco dei due ricercatori, tra il sapere locale e la pazienza della scoperta, che infine arriva - quasi inaspettata - rivelando la voce del bosco.