Chiuso uno dei blocchi del Cpr di Torino, completamente distrutto dalle fiamme dopo i disordini scoppiati la sera del 30 aprile. Riaperto poco più di un mese fa su impulso del governo Meloni, la struttura di corso Brunelleschi ha di fatto raggiunto la massima capienza: le 57 persone detenute al momento all'interno sono state concentrate nei due blocchi superstiti, che ne possono ospitare non più di 60.
Il sopralluogo
A meno di una settimana i consiglieri del M5S Sarah Disabato ed Alberto Unia, insieme al collega del PD Daniele Valle, hanno effettuato un sopralluogo all'interno. "Il Centro di Permanenza - dicono all'unanimità - rappresenta un sistema da superare, non è una soluzione praticabile né umana per la gestione dei migranti".
"Tensione può esplodere in qualsiasi momento"
I rinchiusi sono sorvegliati da un grande contingente di forze dell'ordine, tra Esercito, Carabinieri, Polizia e Finanza. "Risorse umane - sottolinea Disabato - che
che potrebbero essere impiegate a tutela del territorio". Dal punto di vista sanitario, all'interno è presente un infermiere h24 e un medico per qualche ora.
Per quanto riguarda gli aspetti psichiatrici e psicologici, i reclusi - in maggioranza provenienti dall'Africa subsahariana - sono in carico all'ASL di via Spalato. "La tensione - ha spiegato Unia - può esplodere in qualsiasi momento: quello che mette in difficoltà le persone è non sapere quanto tempo staranno rinchiusi qui dentro".
L'obiettivo di Pd e M5S è di convocare ed effettuare un sopralluogo con la Commissione Sanità e Legalità. "La Regione - chiosa Valle - deve offrire la sua disponibilità sul piano sanitario, con un monitoraggio costante: questo sistema comunque non funziona e non è la risposta giusta"