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Economia e lavoro | 15 maggio 2025, 09:26

Mirafiori, adesso è ufficiale: Maserati si sposta tutta a Modena nella Motor Valley. Gli operai del Tridente passeranno alla 500 ibrida

Nell'altro polo del marchio di lusso saranno realizzate GranTurismo e GranCabrio entro la fine del 2025

Le produzioni Maserati di Mirafiori si spostano a Modena

Le produzioni Maserati di Mirafiori si spostano a Modena

Da Grugliasco a Torino e, adesso, a Modena. Nuovo "trasloco" per le produzioni Maserati, con i modelli GranTurismo e GranCabrio che saranno realizzati negli stabilimenti emiliani di Stellantis. Addio dunque a Mirafiori - dove erano arrivate da poco, con la chiusura della ex Bertone (poi Giovanni Agnelli plant) -, mentre nella storica fabbrica torinese si attende la Fiat 500 Ibrida.

Le voci si rincorrevano ormai da tempo (complici anche i cali vistosi di produzione delle auto del Tridente a Torino), ma adesso è ufficiale con la nota che arriva direttamente del Gruppo. "Le Maserati GranTurismo e GranCabrio saranno prodotte, entro la fine del 2025, nello storico stabilimento di viale Ciro Menotti, cuore pulsante della Casa del Tridente ed eccellenza nella Motor Valley". 

Esce Maserati, entra la 500 Ibrida
Le tempistiche mostrano un parallelismo evidente con l'arrivo a Torino dell'annunciata 500 ibrida. Quasi a "specializzare" Mirafiori (insieme alla versione Bev presente ormai da anni). "Partirà a Torino la produzione della nuova 500 Ibrida, che garantirà continuità operativa alle Carrozzerie di Mirafiori e le sue persone. La maggior parte dei colleghi e delle colleghe impegnate sulla linea della Maserati saranno infatti riallocate sulla produzione della versione ibrida della 500, focalizzandosi su quello che è uno dei modelli cruciali per il futuro di Stellantis e icona dell’Italia nel mondo. Altri invece saranno riassegnati nell’ambito delle altre attività esistenti nel comprensorio di Mirafiori, dove proseguono la produzione meccanica del nuovo cambio EDCT e dei cambi C514 nonché quelle legate alla Circular Economy che, grazie a piani operativi in crescita, consentirà anche di dare stabilità occupazionale del comprensorio", dicono da Stellantis.

Ma non tutta Maserati saluterà Torino. Secondo quanto ufficializzato dal Gruppo, Mirafiori manterrà comunque un legame con il marchio del Tridente poiché nel complesso di Mirafiori continueranno ad essere realizzate le attività di lastratura e verniciatura di Maserati GranTurismo e Gran Cabrio. "Torino e Modena rappresentano due punti di riferimento di eccellenza dell’impronta industriale del Paese e sono tra i pilastri del piano di Stellantis per l’Italia".

Le reazioni dei sindacati
Non si è fatta attendere la reazione dei sindacati. "Si tratta di una vettura di nicchia capace di dare un contributo significativo alla officina di Modena, che occupa 180 persone, oggi pesantemente colpite dalla cassa integrazione - dicono i rappresentanti nazionali di Fim, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR -. A Mirafiori però vi è l’urgente necessità di produzioni di massa per poter saturare il plant. A Mirafiori gli addetti al montaggio dei modelli Maserati saranno progressivamente spostati difatti nella area della Fiat 500 ibrida, il cui lancio è imminente. Resta però a nostro avviso importante individuare in prospettiva ulteriori assegnazioni di modelli ibridi di larga diffusione". E ancora: "Stellantis ha dichiarato che la vecchia linea Maserati di Mirafiori non sarà spostata, prevedendo che le produzioni che verranno spostate a Modena saranno realizzate con il sistema attualmente utilizzato a Torino. La prossima settimana Stellantis si è impegnata a incontrarci per un aggiornamento più generale sul piano industriale, parallelamente alle interlocuzioni preannunciate con il Governo".

Con questa decisione si sancisce il definitivo tramonto dell’immaginifico Polo del Lusso torinese - dice Edi Lazzi segretario generale della Fiom Cgil di Torino -. Una notizia che girava informalmente da tempo, adesso c’è l’ufficialità, ed è comunque l’ennesima batosta per Torino. Ho l’impressione che facciamo come i gamberi: un passo in avanti, per poi farne due indietro. Inutili sono le rassicurazioni date da Stellantis perché non sostenute da atti concreti per il rilancio di Mirafiori. Adesso diventa ancora più urgente destinare nuovi modelli di auto allo stabilimento e credo che le istituzioni debbano sostenere insieme alle organizzazioni sindacali questa richiesta a partire dal sindaco di Torino e dal governatore della Regione Piemonte”.

E Gianni Mannori, responsabile Fiom Cgil di Mirafiori aggiunge: “Senza potenti investimenti e un piano industriale completo e strutturato, si continuerà ad assistere
all’eutanasia di Mirafiori e dell’auto a Torino e in Italia in generale, con conseguenze pesanti sulla filiera dell’automotive che stiamo già subendo con violenza. L’ultimo
esempio concreto è la vicenda dell’Italdesign di Moncalieri, messa in vendita da Audi per fare cassa, con il rischio che a pagarne le conseguenze siano le lavoratrici e i
lavoratori. Inoltre attendiamo chiarimenti in merito al futuro dei duecento lavoratori delle ex mascherine che ancora ad oggi sono in cassa integrazione e non hanno
un’allocazione nei piani produttivi dell’azienda”.

"L'annuncio odierno di Stellantis era una voce che circolava da tempo, ora con l'ufficialità dobbiamo accelerare su un nuovo modello per Mirafiori - dice Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino -. La 500 ibrida è un'opportunità ma non può essere l'unica soluzione per saturare gli impianti e per garantire la centralità di Mirafiori: servono altro modelli ibridi di larga diffusione. Occorre riaprire un tavolo di confronto che coinvolta le segreterie nazionali - conclude Paone -. L'obiettivo è di avere la certezza di un piano industriale definito che possa dare un futuro a Mirafiori e all'indotto".

Apprendiamo con attenzione la decisione di Stellantis di trasferire a Modena l’assemblaggio delle versioni sportive Maserati GranTurismo e GranCabrio, oggi prodotte a Mirafiori. Si tratta certamente di una buona notizia per il sito emiliano, da tempo in sofferenza produttiva e occupazionale. Il rafforzamento della linea sportiva rappresenta una risposta concreta per i 180 lavoratori di Modena - dichiara Sara Rinaudo, segretario territoriale Fismic Confsal di Torino -. Tuttavia, da Torino non possiamo non sottolineare una crescente preoccupazione per il futuro del nostro polo produttivo. Il trasferimento di queste vetture rappresenta infatti un ulteriore alleggerimento della capacità industriale di Mirafiori, che ha bisogno con urgenza di nuove produzioni di massa per garantirne la piena saturazione". “Prendiamo atto - prosegue - che una parte degli addetti sarà riallocata sulla linea della Fiat 500 ibrida, il cui rilancio è atteso a breve. È un primo segnale, ma non può bastare: serve una visione industriale più ampia e un piano chiaro per l’assegnazione di nuovi modelli ibridi e, più in generale, per il rilancio dell’intero polo torinese. Torino non può vivere solo di nicchie: ha bisogno di volumi, certezze e prospettive”.

A nome di Ugl Metalmeccanici di Torino, Ciro Marino sottolinea come "lo spettro dello spostamento della produzione dei modelli di Maserati da Torino a Modena si è concretizzato, nessun commento positivo e nessuna gioia per uno scenario in cui si salva il sito emiliano a discapito di quello torinese". "Adesso siamo come al gioco dell’oca - aggiunge -, al punto di partenza: speravamo di esultare di aver rivendicato il modello della 500 Hybrid, che sommati alle produzione della BEV e quelli di Nicchia della Maserati, in modo da cercare di salvaguardare il futuro dello stabilimento, invece, ci troviamo nuovamente a dover rivendicare un altro modello spendibile per il sito di Mirafiori tanto da garantire la sopravvivenza dello stesso".

Le reazioni della politica
Anche nel mondo della politica non si sono fatte attendere le reazioni alla vicenda Maserati. La consigliera regionale di Avs, Valentina Cera, ha depositato un question time che sarà discusso nei prossimi giorni. "Ci troviamo di fronte all'ennesima gravissima perdita per l’industria dell’auto torinese e di fronte al suo ulteriore impoverimento. La preoccupazione dei sindacati e di lavoratrici e lavoratori per la tenuta occupazionale è molto alta e non possono bastare le rassicurazioni che lavoratrici e lavoratori Maserati saranno impiegati, anche loro, nella produzione della 500 ibrida". "Il piano industriale di Stellantis per Torino ad oggi si basa su un unico modello - prosegue -, che evidentemente non può bastare, per garantire la tenuta occupazionale attuale, figuriamoci per aprire ad un futuro di ripresa del settore e di assunzioni. Inoltre era stato annunciato un fondo di sostegno al reddito per chi si trova in cassaintegrazione di cui si è persa traccia e fino ad ora lavoratori e lavoratrici di Mirafiori non hanno visto un solo euro o una sola ora di corso di formazione".

"Mentre Elkann si dedica alle visite in Arabia Saudita al seguito di Trump, Stellantis continua a non avere un amministratore e il Ministro Urso continua a dormire - aggiungono Marco Grimaldi e Alice Ravinale -. Invece di pretendere da Stellantis l’avvio di un reale piano industriale, fatto di ricerca, sviluppo, nuovi modelli da produrre, il Governo è la Regione Piemonte continuano ad assistere inerme allo spostamento delle produzioni e allo smantellamento produttivo del settore".

"È un colpo al cuore vedere le decisioni prese da Stellantis - aggiunge la capogruppo regionale Pd, Gianna Pentenero -. Gli investimenti che sono stati fatti su Grugliasco e Torino non possono essere rimodulati ogni volta secondo esigenze momentanee. Annunci del tipo 'investiremo sulla 500' li abbiamo già sentiti molte volte, ma puntualmente ogni volta abbiamo perso un pezzo importante". "Ci aspettiamo impegni chiari e duraturi, non annunci spot destinati a cambiare di nuovo tra pochi mesi. La storia recente ci insegna che è necessario vigilare con molta attenzione".

Massimiliano Sciullo

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