In provincia di Torino, nella zona di Ivrea risultano distrutti soprattutto campi di mais che stava iniziando la crescita primaverile. Nel Pinerolese chicchi grossi come palle da ping-pong hanno distrutto non solo campi di mais ma anche piccoli frutti che stavano per fiorire, frutta come kiwi, mele, pere, vigne, grano che aveva appena terminato la fioritura perdendo così i chicchi in formazione.
La grandine ha poi colpito anche la provincia di Cuneo, soprattutto, si è abbattuta su Saluzzese, Cuneese, Fossanese e Monregalese. Intense grandinate hanno imbiancato aree circoscritte nei comuni di Bagnolo Piemonte, Barge, Piasco, Busca, Centallo, Castelletto Stura, Cuneo, Caraglio, Peveragno e Mondovì. I comparti agricoli che più ne hanno risentito sono quello cerealicolo e quello frutticolo. Colpiti i campi coltivati a mais, già alle prese con un grave attacco fungino connesso all’elevata umidità atmosferica e del terreno, ma anche i campi di grano e orzo. Rilevanti i danni alla frutta, là dove non sono installati impianti antigrandine.
“Uno scenario che sempre più ci deve far riflettere sul consumo di suolo, una battaglia che Coldiretti sta portando avanti da anni per accelerare l’approvazione della legge che giace da tempo in Parlamento e che invece potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia proprio per proteggere il territorio - fanno notare Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. I nostri tecnici sono al lavoro per quantificare con più precisione i danni e fornire assistenza alle imprese danneggiate. I cambiamenti climatici e i periodi di siccità che si alternano ad abbondanti precipitazioni mettono a rischio l’agricoltura del territorio, nonostante l’agricoltura sia l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ed è anche il settore più impegnato per contrastarli”.