Politica - 23 maggio 2025, 08:22

Fauna selvatica, Canalis (Pd): “Prevenzione assente, agricoltura in ginocchio”

La consigliera regionale attacca la giunta Cirio: “Non basta risarcire, serve una strategia pubblica efficace”

"Da anni si parla di “de-popolamento” dei capi di cinghiale e altri selvatici in eccesso, visti i danni enormi per le coltivazioni, gli allevamenti, l’ambiente (avifauna, sottobosco, tartufi ecc), la salute pubblica e gli incidenti stradali, ma l’inerzia della Giunta Cirio è stata colpevole. Troppa timidezza e attendismo hanno preparato il terreno alla Psa e sono proseguiti in seguito". Così la consigliera del Pd, Monica Canalis, è intervenuta a gamba tesa sui danni da fauna selvatica nel 2024 e nei primi mesi del 2025 che hanno interessato in Piemonte.

Il mero intervento di risarcimento, aggiunge Canalis, "non è risolutivo, ma costituisce uno spreco di denaro pubblico, nella misura in cui la Regione non mette in atto misure serie di prevenzione del danno. Senza contare che molti agricoltori hanno smesso di fare domanda di risarcimento, a causa dei ritardi dell’erogazione e dell’esasperazione. Il risultato è che molti terreni vengono abbandonati e la nostra agricoltura si impoverisce".

Canalis continua: "Non basta auspicare un intervento nazionale e una riforma della Legge 157/1992 sulla caccia e la gestione della fauna selvatica. La Regione si assuma le sue responsabilità, come fanno altre Regioni, vedasi la Toscana, che abbattono molti più capi del Piemonte. Occorre intervenire alla radice del problema, aumentando gli abbattimenti, a maggior ragione alla luce del difficile eradicamento della Peste Suina Africana. I prelievi di cinghiali sono ben lontani dall’obiettivo fissato a 50mila, lo spostamento delle carcasse è lento e farraginoso, gli Atc e Ca sono ancora troppo ingessati, i selecontrollori, i tutor, i chiusini e i recinti di cattura sono misure non sufficientemente sostenute".

I dati dicono "che si è fatto troppo poco, illudendosi che bastasse delegare ad associazioni privatistiche come quelle dei cacciatori, con la solita tendenza di privatizzazione di problemi pubblici propria di questa destra. Serve invece una regia più forte della Pubblica Amministrazione".

"Anche la logica dei risarcimenti non è corretta - conclude la consigliera -, è ora di parlare di prevenzione. Gli agricoltori non vogliono allevare cinghiali per poi chiedere un rimborso, ma raccogliere quello che seminano. Così come gli automobilisti vogliono circolare senza pericoli e gli ambientalisti vogliono vedere preservate le altre specie animali compromesse dalla presenza eccessiva dei cinghiali. La Giunta di centrodestra avrebbe dovuto mettere in atto una riforma degli Atc e dei Ca (Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini), potenziare il monitoraggio su base regionale dei piani approvati per la caccia di selezione, sburocratizzare le procedure, finanziare ulteriormente l’assunzione degli agenti faunistici provinciali, sperimentare maggiormente il trappolaggio con gabbie e i recinti di cattura. La situazione è drammatica e tanti, davvero troppi sono i ritardi e gli obiettivi mancati: sono i piemontesi e le loro attività a pagarne il prezzo".

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