Attualità - 28 maggio 2025, 14:58

Chiude il liceo artistico nel carcere di Torino, il Miur taglia i fondi: prof (e detenuti) in protesta

E intanto arriva un’interrogazione firmata dalla vicpresidente dem in Senato Anna Rossomando: “Una scelta che non può essere giustificata da esigenze di bilancio"

Dopo dodici anni di attività chiude il liceo artistico per i detenuti del carcere Lorusso e Cotugno. La scure dei tagli annunciati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito colpisce un’attività cominciata nel 2013 e che dal prossimo anno non verrà più portata avanti. O meglio si concluderà l’attività di chi è ancora iscritto, dalla terza alla quinta, ma non verranno formate nuove classi.

Prof e studenti in protesta

E con il rammarico di chi ha portato avanti questo progetto educativo, innovativo per una struttura carceraria, domani, giovedì 29 maggio, i professori si raduneranno davanti ai cancelli dell’istituto penitenziario nel quartiere Vallette alle ore 12. 

Un presidio per far sentire la propria voce. E contemporaneamente, gli studenti detenuti della sezione carceraria del liceo intraprenderanno una protesta pacifica, da loro stessi proposta e organizzata, con il pieno sostegno del corpo docente.

"I tagli al personale e alla formazione scolastica in carcere rischiano di cancellare un presidio fondamentale di diritti, inclusione e rieducazione - scrivono in una nota i docenti - la riduzione delle classi e del numero di insegnanti non è solo un colpo alla dignità del lavoro degli operatori scolastici, ma rappresenta soprattutto una grave violazione del diritto allo studio per le persone detenute, diritto riconosciuto dalla Costituzione e dalla normativa nazionale e internazionale.”

"Studiare in carcere - proseguono - è spesso l’unico strumento reale per ricostruire un futuro diverso, per non tornare a delinquere, per reintegrarsi nella società. Colpire la scuola penitenziaria significa colpire l’intera collettività.”

La richiesta da parte dei docenti è di una presa di coscienza da parte del Miur per garantire il funzionamento e la dignità della scuola in carcere. 

"La scuola - concludono gli insegnanti del liceo Artistico carcerario- non può essere una parentesi, né un privilegio. Deve essere un diritto. Ovunque. Per tutti.”

La questione arriva sui tavoli del Senato

E sulla questione è arrivata in queste ore anche una interrogazione parlamentare a firma della vicepresidente dem in Senato Anna Rossomando.

"È necessario che il governo, e in particolare i ministeri competenti, si assumano la responsabilità di una scelta che mette in discussione la stessa funzione rieducativa del carcere. Non permettere l’attivazione del percorso formativo interromperà corsi che, come hanno testimoniato gli operatori, rompendo l’isolamento, hanno agevolato la riduzione delle recidive e percorsi virtuosi volti all’inserimento lavorativo”.

Una scelta che secondo Rossomando "non può essere giustificata da esigenze di bilancio”.

E dalla Regione arriva un ordine del giorno

Non solo a Roma. Anche a Palazzo Lascaris il Pd si muove con un ordine del giorno presentato dal consigliere regionale Daniele Valle insieme alla vicepresidente della Commissione Istruzione Emanuela Verzella.

Una scelta che Valle considera: “miope” e "che rischia di compromettere il percorso rieducativo e le speranze di reinserimento di decine di detenuti. 

"Non resteremo a guardare questo scempio - ha affermato Valle - la Giunta Cirio deve intervenire immediatamente presso l'Ufficio Scolastico Regionale e il Ministero per scongiurare questa decisione dannosa, altrimenti se ne assumerà la piena responsabilità politica”.