Economia e lavoro | 18 giugno 2025, 14:01

L’intelligenza artificiale fa paura: un lavoratore su quattro rischia di perdere il posto

Secondo l’indagine della sede torinese della Banca d’Italia il 28% degli occupati si vede complementare alle nuove tecnologie, ma un quarto sospetta di essere sostituito

L’intelligenza artificiale fa paura: un lavoratore su quattro rischia di perdere il posto


L’intelligenza artificiale comincia a fare paura, nel mondo del lavoro. Lo dicono i nuovi dati dell’indagine della sede di Torino di Banca d’Italia. 

I numeri dicono infatti che quasi per un quarto dei lavoratori piemontesi si teme che possa essere sostituito dalle nuove tecnologie, che quindi finirebbe per sottrarre l'impiego. 

Sono invece il 28% gli occupati in regione che si potrebbero ritrovare, in futuro, con una funzione complementare rispetto all’intelligenza artificiale applicata nell’azienda di riferimento. Anzi, nella loro previsione l’introduzione dell’AI contribuirà a portare benefici in termini di produttività.

Data la capacità dell’IA di svolgere mansioni complesse che richiedono maggiori abilità cognitive, sia il rischio di sostituzione sia il potenziale di complementarità
risultano maggiori per i lavoratori con un titolo di studio elevato. In Piemonte sarebbero altamente esposti circa i quattro quinti dei lavoratori con almeno una laurea (dei quali
la maggioranza per complementarità) e oltre la metà di quelli con un diploma o titolo equivalente (prevalentemente per sostituzione), a fronte di poco più di un quarto degli
occupati con al massimo la licenza media (soprattutto per complementarità).

Proprio nei giorni scorsi Unioncamere Piemonte aveva diffuso la rilevazione secondo la quale meno del 10% delle aziende dichiara di aver introdotto AI all’interno del proprio business, in aumento rispetto al 2% della rilevazione del 2023, ma ancora al di sotto del tasso europeo.
 

Massimiliano Sciullo

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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