Eventi - 23 giugno 2025, 07:07

The Orientalist Spirits: quando cucina e drink raccontano un mondo che non ti aspetti [FOTO]

A Piano 35, durante The World’s 50 Best Restaurants 2025, un pranzo firmato Mathew Leong e Lola Lau ha celebrato la forza creativa dell’Asia tra sapori raffinati e mixology di altissimo livello

Piano 35

“Quand la Chine s’éveillera, le monde tremblera”. Pur essendo del tutto estranea all’alta cucina e attribuita non senza forti dubbi a Napoleone, è questa frase ad essermi tornata in mente durante il pranzo organizzato a Piano 35 da The Orientalist Spirits. Un pranzo che, pur con due intervalli italiani rappresentati da altrettanti buone proposte di Christian Balzo, in realtà ha avuto come protagonista lo chef Mathew Leong. Sono stati suoi i piatti, valorizzati al meglio dai cocktail messi a punto dalla bar lady Lola Lau, a lasciar intravedere un mondo asiatico della cucina e della mixology già solido e determinato, oltre che ormai intento a giocare una partita capace di sedurre i palati occidentali. Non però attraverso il fascino dell’esotico, ma con piatti e drink in grado di incantare e stupire davvero. 

 Mathew Leong: se i gusti lasciano una traccia indelebile

Giovane e cosmopolita, Mathew Leong dopo essersi formato a Singapore ed essersi fatto conoscere al prestigioso Bocuse d’Or, a soli 27 anni, è approdato in Norvegia come executive chef di RE-NAA, ristorante Tre Stelle Michelin a Stavanger. La sua è una cucina di precisione e memoria, che riesce a declinare magistralmente la sua origine orientale con suggestioni nordeuropee. Inserito nella lista Forbes 30 Under 30, Leong non cerca l’effetto wow: preferisce lasciare un’impronta più sottile, ma – e ce ne siamo accorti! – decisamente indelebile. Come quelli, davvero insuperabili, dello Sgombro, lime kafir, uva spina bianca salata e della Sella di Agnello, piselli dolci, jus d’agnello, limone grigliato, olio al timo: il primo davvero capace di stupire, certo nell’estetica del piatto, ma soprattutto nell’esplosione di sapori sprigionatisi all’assaggio; il secondo, a mio gusto forse un po’ “addomesticato” nella forza della carne dell’agnello, la cui cottura risultava tuttavia strepitosamente riuscita.

 Lola Lau: i drink sofisticati che evocano l’Oriente

Originaria di Hong Kong, Lola Lau si è ben presto imposta come una delle figure di punta della mixology asiatica con uno stile che intreccia la tradizione cinese con avanzate tecniche d’avanguardia. Head bartender al premiato Hope & Sesame di Shenzhen, nel 2023 ha vinto il Cointreau Margarita Challenge e il Patrón Perfectionist China. Con i drink che portano la sua firma è diventata, tra Hong Kong e Londra, una protagonista di primo piano del mondo della narrazione liquida. E, anche a Piano 35, Lola Lau non ha deluso: innanzitutto con il suo Oriental spring, nel quale i sapori miscelati di vodka Orientalist, uva, tè al gelsomino, genziana e menta, hanno rappresentato un’ouverture del pranzo davvero degna di nota; grande successo ha riscosso poi, senza nulla togliere agli altri cocktail proposti, il Chocolate red wine, creato con Rum Orientalist imperial, vino rosso, fragola, cioccolato e latte chiarificato. Davvero da applauso e, come giustamente diceva una giornalista al mio tavolo, “da non smettere più di berne!”

Orientalist Spirits, l’anima del drink asiatico globale

Marchio asiatico di distillati premium, Orientalist Spirits è un nato con l’obiettivo di ridefinire gli standard globali del beverage partendo dall’identità culturale del continente che rappresenta. Fondata da viaggiatori e appassionati di mixology, l’azienda unisce ingredienti autoctoni a tecniche di distillazione d’avanguardia, con una particolare attenzione alla purezza e alla sostenibilità. I distillati firmati Orientalist, raccontando un’Asia sofisticata, multiforme e contemporanea grazie a botaniche come tè oolong, pepe di Sichuan, riso nero o ciliegio giapponese, si rivelano estremamente attrattivi, specie per i palati più curiosi. Orientalist si è così trasformato, ben oltre al brand che rappresenta, in un autentico manifesto liquido della nuova Asia. Che ormai, insieme alla Cina, si è davvero svegliata.

Piergiuseppe Bernardi