Il Punto di Beppe Gandolfo - 30 giugno 2025, 07:00

La frusta del Cardinale

"Monsignor Roberto Repole, cardinale di Torino, in occasione di San Giovanni patrono della città, non ha usato mezze parole: viviamo in una società chiusa, egoistica, con poche e limitate prospettive future".

Una vera e propria fustigazione di Torino e del Piemonte.

Monsignor Roberto Repole, cardinale di Torino, in occasione di San Giovanni patrono della città, non ha usato mezze parole: viviamo in una società chiusa, egoistica, con poche e limitate prospettive future.

Torino e il Piemonte sono un territorio dove i possessori di grandi capitali preferiscono tenere i soldi in banca, anziché investirli nel circuito delle imprese e nello sviluppo dell’economia reale. Una società, la nostra, che sta invecchiando sempre di più e dove i giovani non fanno più figli.

Repole non ha negato la libertà di chi ha ampi patrimoni di cercare redditività maggiori in giro per il mondo, ma ha anche invitato a credere e aiutare il proprio Paese. 

Il cardinale ha riproposto dunque, se volete, una versione aggiornata della parabola dei talenti del Vangelo di Matteo.  

Nell'omelia di San Giovanni si è scagliato - verbo evangelicamente corretto - contro l’immobilità dei capitali tipica di una società anziana o, più correttamente, contro la scarsa propensione a investire nel proprio Paese, cercando di capitalizzare il più possibile, tenendo i soldi in banca. L’ultimo rapporto Ubs sulla ricchezza mondiale, vede crescere a 1,3 milioni i milionari italiani. 

Quanti di questi vivono in Piemonte? Quanti investono sul territorio?

Gli esempi virtuosi certamente non mancano, ma è auspicabile che qualche esame di coscienza, sorga spontaneo nel cuore di tanti ricconi piemontesi.

Beppe Gandolfo