Economia e lavoro - 02 luglio 2025, 13:30

Un ristorante al posto dei profumi: ombre cinesi sulla Camurati di piazza Adriano

Il futuro delle lavoratrici è ancora incerto. Braccio di ferro tra azienda e sindacati che hanno rifiutato l’attivazione dei contratti di solidarietà per far fronte a un esubero di appena quattro persone

Il futuro delle lavoratrici è ancora incerto

La vertenza Camurati arriva sui tavoli del Consiglio Comunale di Torino. I sindacati del commercio portano la chiusura della sede piazza Adriano in terza commissione. In primis, come è normale, si parla dell’incerto futuro dei  lavoratori dopo la chiusura del negozio al 31 maggio. 

Nella storica sede operavano fino ad appena un mese fa otto dipendenti. Due di loro hanno raggiunto la pensione. In totale la Camurati conta poco più di 30 dipendenti operanti anche nelle sedi di San Mauro, Settimo, Moncalieri e in via De Sonnaz. Nel frattempo altre due dipendenti, non operanti in Piazza Adriano, hanno dato le dimissioni.

Contratti di solidarietà

E così l’esubero di personale, nei fatti, si dimezza. Ma, secondo quanto riportano le sigle sindacali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, l’azienda avrebbe comunque chiesto l’attivazione dei contratti di solidarietà da applicare alle restanti maestranze. 

I prepensionamenti

Un opzione rigettata dalle parti sociali che chiedono di far fronte a piani ferie, permessi così da poter arrivare al periodo natalizio (il più proficuo in termini di fatturato) e intanto procedere alla ricollocazione delle lavoratrici di piazza Adriano negli altri punti vendita. Oppure valutare il prepensionamento di almeno due lavoratrici, alcune già vicine ai 40 anni di servizio, con un incentivo all’esodo. 

I sindacati, rappresentati da Stefania Trovato (Filcams Cgil), Luca Sanna (Uiltucs Uil) e Matteo Rossi (Fisascat Cisl) hanno portato ai consiglieri della città la testimonianza di una gestione aziendale, a loro dire, “immatura”, con ruoli apicali e di gestione che sarebbero coperti da partita iva esterne o da dipendenti con contratti a scadenza. 

Tra i presenti resta l’incredulità rispetto alla chiusura di un presidio commerciale storico della zona. 

“Inaspettata”, come l’ha definita l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino, visto anche il sostegno economico di sponsorizzazioni date, in passato, a importante realtà, come il Torino Calcio. 

Una chiusura dei battenti giustificata dalla proprietà dall’avvento dell’e-commerce e dalla microcriminalità nella zona. Entrambe opzioni su cui sindacati, ma anche i consiglieri, storcono il naso, essendo l’area in questione frequentata da abitanti con un’età media più alta che altrove (meno propensi all’acquisto su portali come Amazon), ma, soprattutto, non così soggetta a vandalismo e furti. 

I commenti

“Una storia italiana - come l’ha definita Ludovia Cioria, vicepresidente del consiglio comunale - Una realtà che privatizza gli utili e socializza le perdite.”

Chiede invece un ruolo attivo all’amministrazione il vicecapogruppo di Forza Italia Domenico Garcea. Servono atti concreti a tutela dei lavoratori coinvolti” e avanza la richiesta di attivazione di un tavolo di concerto con la Regione. 

Ipotesi ristorante cinese

Intanto rimane un mistero su cosa potrà sorgere nell’ampia area di piazza Adriano. Si tratta del solo edificio di proprietà di Camurati che, secondo testimonianze interne, avrebbe intenzione di vendere al più presto. L’acquirente si sarebbe già trovato e sarebbe un titolare cinese, persona già nota ai vertici perché operante con un ristorante nei pressi del negozio di Settimo Torinese. Secondo le indiscrezioni in piazza Adriano dovrebbe sorgere un ristorante con parcheggio e un negozio di domestici nel piano superiore. 

Una trattativa privata di cui però il comune allo stato attuale non ne è a conoscenza, come confermato da Chiavarino. 

"La solidarietà da parte dell’amministrazione c’è - ha detto l’assessore al Commercio - ed è un buon detonatore per portare attivare eventualmente strumenti che possano portare benefici". 

“Con questo incontro abbiamo acceso un faro sulla vicenda”, ha poi detto Piero Crema, presidente della commissione. Le parti si riaggiorneranno, presumibilmente, dopo l’estate. Mentre si procederà a richiedere un incontro in commissione con l’azienda.