Cronaca - 11 luglio 2025, 09:33

Frode fiscale da 200 milioni e 45 società fantasma: le indagini della Finanza arrivano anche a Torino

Partita da Varese, l'operazione ha permesso di individuare e interrompere una froda che generava crediti inesistenti

Da Varese a Torino, ecco l'operazione condotta dalla Guardia di Finanza

C'è anche Torino tra i territori coinvolti dall'attività che ha visto i Finanzieri del Comando Provinciale di Varese individuare e interrompere sul nascere un’ingente frode relativa all’indebita generazione di crediti fiscali, con successiva potenziale cessione di quest’ultimi ovvero utilizzo in compensazione, per un importo di circa 200 milioni di euro. L’indagine svolta ha visto il coinvolgimento di 45 società “cartiera” e 18 persone indagate a vario titolo. In particolare, si tratta di un credito d’imposta, denominato Deferred Tax Asset (DTA), inerente richieste di rimborsi per imposte falsamente dichiarate come versate in anticipo.

L’indagine, svolta dalla Compagnia di Gallarate e dalla Sezione di PG Aliquota GdF della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, è stata avviata con l’analisi delle società che avevano indicato tale credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi esponendo importi di ingentissimo valore. Venivano così individuate 45 società, su tutto il territorio nazionale, con sede nelle province di Modena, Savona, Caserta, Treviso, Brescia, Milano, Napoli, Torino, Pescara e Roma, assolutamente prive di struttura societaria e del tutto inoperanti che avevano presentato la dichiarazione dei redditi al solo fine di ottenere il credito d’imposta per importi milionari, in un caso addirittura per circa 100 milioni di euro in un solo anno.

La Procura della Repubblica di Busto Arsizio ha chiesto e ottenuto dal locale Tribunale il sequestro dei crediti d’imposta fraudolentemente generati. All’esito delle valutazioni effettuate, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Busto Arsizio infatti, con proprio decreto,ha disposto il sequestro preventivo. In questo modo, è stato reso impossibile agli autori della frode di poter beneficiare degli indebiti rimborsi per circa 200 milioni di euro.

redazione