Sanità | 17 luglio 2025, 11:28

Violenza, povertà e degrado: l’appello dei medici per salvare Barriera di Milano

Dall’Ordine dei Medici un incontro per ascoltare chi lavora tra minacce, vandalismi e disagio sociale profondo

Violenza, povertà e degrado: l’appello dei medici per salvare Barriera di Milano

"Barriera è un quartiere segnato da povertà, marginalità, disoccupazione e disagio sociale profondo, ulteriormente peggiorati dopo il Covid.  Nel quartiere abita un numero elevato di anziani, spesso soli e a basso reddito, che diventano vulnerabili al primo problema di salute. Numerosi atti vandalici  negli ultimi mesi hanno devastato ripetutamente uno studio associato di medici di famiglia nel quartiere ed è recente la lettera aperta del presidente dell’Ordine dei Medici Guido Giustetto che chiede alle istituzioni di intervenire" è la denuncia arrivata dall'Ordine, incentrata sul quartiere Barriera di Milano.

Martedì pomeriggio, nella sede di Lungo Dora Savona del distretto dell’Asl Città di Torino, l’Ordine ha incontrato una rappresentanza di medici di famiglia, di medici del Giovanni Bosco e di odontoiatri per ascoltare le loro difficoltà quotidiane, comprendere meglio il contesto in cui operano, e mettere a disposizione l’istituzione per iniziative concrete di supporto. Dal confronto è emersa una realtà drammatica.

I colleghi hanno descritto una situazione allarmante: i pazienti non vanno negli studi medici né in farmacia dopo le 6 di sera perché il  buio potrebbe favorire rapine e borseggi. I medici stessi quando possono evitano le visite domiciliari dopo il tramonto o in aree particolarmente pericolose. Il livello di delinquenza è alto, ma è altissimo il livello di povertà, di disoccupazione, di abbandono scolastico. Trovare lavoro è un problema, e quando c’è, è un lavoro povero. Negli anni sono aumentate le richieste di aiuti alimentari, con famiglie intere che dipendono dalla distribuzione gratuita dei pasti. In un quartiere collegato con il resto della città solo dal tram 4 , povero di servizi compresi quelli sanitari maggiormente concentrati a Torino sud, il disagio psichico e sociale fioriscono senza ostacoli. La presenza di spazi degradati - come l’area ex-Gondrand o la piscina pubblica Sempione, un tempo luogo di socialità ma oggi divenuti zone di spaccio e consumo di sostanze -, testimonia il livello di abbandono istituzionale.

"In questo contesto - spiegano -, la salute è un diritto a metà. Dove non c’è lavoro, dove non si studia, dove il livello di delinquenza è quello che ci è stato descritto, ci si ammala e si muore prima. I medici che lavorano resistono nonostante le violenze nei pronto soccorso, le aggressioni fisiche e verbali, le intrusioni negli ambulatori, sostenuti dai pazienti che in più occasioni hanno espresso loro solidarietà e vicinanza. I loro studi sono tra i pochi presidi di legalità, coesione e assistenza presenti nel quartiere".

Cosa si può fare? Cosa può fare l'Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino? 

Dall’incontro è emersa con forza la richiesta di maggiore sicurezza. Ma anche e soprattutto di non essere abbandonati e non rinunciare a cambiare le cose.  Chiediamo dunque che le risposte non si limitino all’aumento della presenza di forze dell’ordine: è necessario tenere aperti i servizi, investire in centri di aggregazione, nelle scuole, nei servizi sociali. Attivare con urgenza la casa della comunità. Portare medici, infermieri. Portare del verde. Chiediamo al Comune di dare la priorità ai problemi di chi vive in Barriera. Le nostre istituzioni devono essere ancor più presenti dove maggiori sono i disagi: il Comune, per la responsabilità che ha, investendo con determinazione e concretamente in Barriera di Milano. Come Ordine, il nostro impegno è  proseguire con altri incontri e nuove iniziative con la popolazione, con il distretto, con i medici che lavorano a Barriera di Milano e con le istituzioni.

Comunicato stampa

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