E poe...sia! - 20 luglio 2025, 08:00

Ingenio: bottega d'arti e antichi mestieri

Una perla torinese da scoprire e sostenere

"L'abbraccio", Viola Gesmundo - opera grafica digitale, anno 2020

Buongiorno, #poetrylovers! Come prosegue l’estate 2025?

Luglio, col bene che ti voglio / Vedrai non finirà”, cantava Riccardo Del Turco nel 1969; sono certa non si offenderà se in cuor mio spero passi eccome, luglio, per liberarci da cotanta calura. Che poi, si sa, non sono più le stagioni di una volta!

Cambiamento climatico a parte, cosa ne dite di partire con l’avventura di oggi?

Esistono luoghi dell’anima e luoghi del corpo; ed esistono realtà che sanno unire carne e spirito, concreto e astratto, egregiamente. Magicamente, quasi.

InGenio è tra queste e averla conosciuta -pochi mesi fa, grazie a un evento poetico di rara bellezza organizzato dall’autrice Anna Sverko – mi ha stupita e inorgoglita: ciò che fa bene, imparzialmente, merita tutto lo spazio e tutta la voce del mondo. Si trova in via Montebello 28b, praticamente sotto la Mole. Il logo è rappresentato dalla prima guglia progettata dall’Antonelli, con il Genio Alato -appunto- l’angelo dei torinesi. Si sviluppa e dirama da un progetto della Divisione Servizi Sociali Area Politiche Sociali – Servizi alla disabilità.

Di cosa si tratta?

Come recita la sua stessa insegna, si presenta come Bottega d’arti e antichi mestieri, una definizione che suona un po’ fantasy, tolkieniana. Nei suoi luminosi saloni, totalmente privi di barriere architettoniche, si snoda un vero e proprio viaggio tra arte contemporanea e umanità, creatività e manualità. La valorizzazione del potenziale personale è la meta finale; non serve carburante fintanto si fa rete.

Infatti, all’interno degli spazi (gestiti dall’Ente pubblico) è possibile ammirare non solo mostre temporanee bensì oggetti e opere dal grande valore artistico, frutto di corsi e laboratori dedicati a persone con diverse fragilità. Una galleria interattiva in cui si può scegliere tra osservare e fare. Crescere, sperimentare.

Non soltanto “cose”: unicum, pezzi pregiati forgiati con ingegno e amore da uomini, donne e ragazzi consapevoli di valere, di vedere riconosciuti e apprezzati i propri mondi interiori. Un’arte soggettiva guidata nella tecnica da insegnanti qualificati eppure autentica, potente, graffiante come un diamante grezzo.

InGenio propone dal 2001 un ricco programma di attività ed oltre cento laboratori a cui è possibile partecipare, benché la maggioranza delle iniziative siano pensate per gli utenti diversamente abili del Comune di Torino: insieme a loro -dietro le quinte- la sinergia costruttiva di artisti contemporanei, realtà museali, educatori, scuole, volontari, università, associazioni e fondazioni. Questi protagonisti collaterali, gratuitamente e generosamente, da ormai 24 anni offrono ossigeno a un progetto vitale che merita anche il nostro sostegno; vedremo tra poco in quali modi concreti apportarlo!

L’obiettivo di inclusione socio-culturale, stimolato dal contesto protetto, colorato sia visivamente sia metaforicamente (ne sentirete l’energia appena ci metterete piede: è una promessa) non poteva che dar vita a un linguaggio altrettanto estemporaneo -fatto d’istinto, multi sfaccettato, pro diversità e dettato da un “alfabeto” universale: il bisogno di essere ascoltati nell’espressione delle proprie emozioni. Attenzione, sensibilità, empatia e rispetto dell’identità personale; se non sono chiavi di volta su cui edificare il futuro queste, non so davvero che altro suggerire! Il desiderio genuino di offrire impulso ad attività artigianali che altrimenti non avrebbero mai avuto l’occasione di essere ed esistere, si vede e si sente chiaramente. Non vi nego il mio stupore, una volta entrata in bottega, nello scoprire da quanta bellezza fossi circondata; a colpirmi sono stati in particolare l’intelligenza, la cura e il senso estetico. Acuti come spilli. Non riuscivo neppure a decidere dove posare lo sguardo e non esagero.

Sono certa che chiunque ne sia già consapevole, tuttavia ricordare a se stessi di cosa siano capaci individui spesso dipinti dalla società -neanche troppo velatamente- come “mancanti”, dissonanti e insoliti, trasmette ulteriore coscienza. E conoscenza. Per trasmettere al nostro mondo stereotipato un’immagine nuova, ripulita e vera della loro eleganza.

Perché non ricambiare una simile infusione di gioia con il passaparola, una visita, la visibilità di un post sulle nostre bacheche social annoiate?

Ricordate? Poche righe fa abbiamo citato la possibilità di sostenere l’intero progetto tramite azioni pratiche. Nel nostro piccolo e, chi ce lo impedisce, nel nostro grande.

Le creazioni artistiche prodotte in InGenio che fine fanno? Vengono cestinate, esposte per un po’ e archiviate in cantina, tra scatole e scaffali impolverati? Giammai! Ogni opera d’arte, ogni idea sviluppata dagli utenti della bottega è in vendita, pronta a personalizzare e caratterizzare con amore le case di tutti noi. Perché non scegliere InGenio per l’acquisto dei nostri regali, dunque? Di occasioni non ne mancano di certo e non ve ne pentirete. La mia scrivania ha tutto un altro gheddu da quando a illuminarla c’è una lampada artigianale ispirata al cartone “Up”. Made in InGenio, ovviamente! Che dire dei ricavati? Vanno agli artisti e artigiani disabili coinvolti oltre che a piccoli progetti di solidarietà.

Insomma, ricapitolando l’offerta formativa in questione: percorsi riabilitativi, confronto, benessere, eventi letterari, integrazione sociale e sviluppo solidaristico per una comunità più presente, consapevole e gentile. Non solo, la possibilità di portare a casa tanti piccoli miracoli, pezzetti d’anima e ingegno, appunto: tra calamite, vasellame, uncinetti e quadri. Il tutto, passeggiando per il centro della nostra bella Torino, in un’atmosfera di totale relax.

Allora, quando pensate di fare un salto (o due) in via Montebello 28b per un’esplosione visiva irripetibile? Un consiglio: cominciate col seguire le pagine social della bottega, per curiosare tra le iniziative e scegliere quella che fa per voi!

Prego, non c’è di ché 😊

L’illustrazione di oggi è affidata alla fantasia e al talento di Viola Gesmundo: nasce a Foggia nel 1987 -dove impara a disegnare sui muri e si avvicinata all’hip hop in tutte le sue forme ma soprattutto al writing. Si laurea in Architettura nel 2014 tra Torino e Parigi. A seguito del titolo, lavora per un po’ come Architetta non trovandosi tuttavia “nei suoi panni” ideali: troppa burocrazia e pochissima creatività. Si trasferisce a Rotterdam, in Olanda, dove si dedica all’Illustrazione e all’Urban Art, partecipando a performance e mostre. Nel 2006 rientra a Torino e ci si stabilisce, dopo aver vinto il bando Porte ad arte; il suo primo grande murales su un edificio storico cittadino la attende!

La poesia di oggi, invece, non poteva che essere affidata alla penna delicata di Anna Sverko, nominata a inizio articolo. 58 anni, vive a Torino e lavora come assistente sociale; nelle sue poesie tratta spesso temi sociali inerenti la vulnerabilità, la violenza di genere, le dipendenze. Pubblica nel 2021 la silloge: “Universo, mondo, una città” e collabora con altre autrici alla raccolta “Le donne di Artemisia”. Il filo conduttore della sua poesia è rappresentato dalle relazioni umane, dal senso di condivisione, appartenenza e solidarietà.


UN GIORNO, UNA RAGAZZA

Un viso intenso, lunghi capelli

e note nelle orecchie.

C’è una grazia leggera

anche in quel tuo passo scomposto,

dissonante.

Mani affettuose ti sorreggono sulla spiaggia,

sulla rena che frana e tradisce.

Sembrano ardui quei pochi metri,

li percorri a fatica

mentre nessuno guarda.

Genitori gentili t’accompagnano fino all’acqua,

nel silenzio, nella luce ferma della sera.

Lì t’abbandoni senza peso,

nell’abbraccio del mare,

lo sguardo fiero e felice.

Vorrei che il mondo ti sorreggesse

con lo stesso amore

nella piena luce

e quando tutti guardano.

Sei forte, sei coraggiosa,

Sei bellissima!


Non so voi, ma faccio davvero fatica a isolare un solo verso, stavolta.

Se proprio dovessi scegliere, forse sarebbe questo:

Vorrei che il mondo ti sorreggesse / con lo stesso amore

Riusciamo a realizzarlo: che siamo noi, quel mondo?

E allora abbracciamo ogni “grazia leggera”, ogni “passo scomposto” incontri e illumini il nostro cammino. Prima di tutto, però, alleniamo il cuore alla loro ricerca.

Pensateci su.

Alla prossima

Johanna Poetessa