Dal 21 al 24 luglio 2025, l’Arsenale della Pace di Torino ospiterà un’esperienza formativa innovativa per 20 giovani tra i 18 e i 30 anni provenienti da tutta Italia. Una vera e propria “challenge”, cioè una sfida educativa finalizzata a sviluppare nuove soluzioni concrete per contrastare lo spreco di vestiti generato dall'industria dell'ultra fast fashion. La moda veloce o ultraveloce dell'usa e getta che produce rifiuti ambientali - inquinamento dei materiali sintetici e spreco di energia e acqua - e genera sfruttamento umano, in Italia e nel Sud del Mondo.
Secondo l'Istituto superiore di protezione ambientale (ISPRA) attualmente in Italia l’81% di tutti i rifiuti tessili viene bruciato o peggio va a finire in discarica (in Europa è il 78%). Di tutta la frazione riutilizzabile, solo il 5-10% viene rivenduto in Italia (soprattutto nei mercati rionali e una piccola parte, intorno al 3%, nei negozi second-hand e vintage). Tutto il resto confluisce nei mercati esteri: la cosiddetta “seconda scelta” arriva soprattutto nell’Est Europa e nel Nord Africa, mentre la “terza scelta” giunge in grossa parte nei Paesi dell’Africa Sub-sahariana. Gli stracci e gli abiti non riutilizzabili sono invece esportati verso una pluralità di Stati, soprattutto India, Pakistan e Cina. E sappiamo ormai molto bene che cosa succede ai vestiti che giungono nel Sud Globale. In parte alimentano le attività locali di rivendita dell’usato, ma in buona parte finiscono dispersi nell’ambiente - discariche a cielo aperto, spiagge, mari, deserti.
L’iniziativa è nata dall’interesse ad approfondire queste tematiche da parte di un gruppo di giovani volontari dell’Arsenale della Pace e dopo un incontro sullo spreco organizzato nell’ambito dell’Università del Dialogo, lo spazio formativo permanente dell’Arsenale.
Durante questa nuova esperienza, per la prima volta verrà adottato il metodo del Challenge Based Learning (CBL). Un approccio pedagogico innovativo e partecipativo per mettere in relazione il mondo della formazione con quello del lavoro e delle grandi sfide sociali contemporanee.
A guidare l’attività saranno Andrea Segrè, professore ordinario di Economia circolare e politiche per lo sviluppo sostenibile all’Università di Bologna e direttore scientifico dell'Osservatorio Waste Watcher-Campagna Spreco Zero, e Ilaria Pertot, professoressa ordinaria di Patologia vegetale all’Università di Trento ed esperta del metodo CBL nell’ambito delle attività di didattica innovativa a livello universitario. Entrambi i docenti collaborano con l’Arsenale della Pace e recentemente hanno portato le loro riflessioni e proposte sull'impoverimento alimentare presentando il saggio: “Lo spreco nel carrello degli altri. L'Italia e l'impoverimento alimentare” con la prefazione del cardinale Matteo Zuppi.
Gli studenti verranno coinvolti attivamente e si confronteranno in gruppi per analizzare, comprendere e affrontare un problema reale, attuale e molto complesso e per il quale le soluzioni adottate finora non hanno dato risultati soddisfacenti.
Negli ultimi anni infatti, a causa del dilagare della fast fashion e, più recentemente, dell’ultra fast fashion, la qualità dei capi d’abbigliamento donati è drasticamente diminuita. I capi d’abbigliamento hanno prezzi bassissimi e i consumatori li acquistano in gran quantità, li indossano poche volte e poi li dismettono con leggerezza senza pensarci troppo:
“Questo comportamento purtroppo ha anche un impatto diretto sulle raccolte solidali. Infatti, anche una parte dei capi che vengono donati all’Arsenale della Pace affinché possano essere riusati e distribuiti alle persone in difficoltà, non supera i criteri di dignità e riutilizzabilità e finisce quindi tra gli scarti”, afferma Mattia Cignolo del Sermig, da anni impegnato in questo servizio.
Oltre a rappresentare un problema logistico per la struttura, questo fenomeno contribuisce all’aumento dei rifiuti tessili, aggravando una crisi ambientale globale che colpisce soprattutto i Paesi meno sviluppati, dove questi scarti vengono spesso esportati e abbandonati in discariche a cielo aperto.
L’obiettivo della “sfida” è dunque analizzare le cause e le conseguenze di questo spreco e di elaborare proposte mai tentate fino ad ora ma nel contempo concrete per ridurre la quantità di vestiti inutilizzabili che vengono donati.
Si parte lunedì 21 luglio con programma giornaliero molto intenso che porterà alla presentazione dei risultati giovedì 24 luglio davanti a una giuria composta dai docenti e altre personalità delle istituzioni e della società civile. La migliore soluzione verrà premiata dall'Arsenale della Pace.