Gli ultimi giorni della scorsa settimana hanno portato via due pezzi della leggenda bianconera. Nel giro di un paio di giorni la Juve ha perso prima Pietro Giuliano, storico dirigente degli anni della presidenza Boniperti e poi Salvatore Giglio, a lungo fotografo ufficiale della Vecchia Signora, portato via a 77 anni da una grave malattia, dopo oltre mille partite al seguito dei colori più amati.
Giuliano, lo storico braccio destro di Boniperti
Pietro Giuliano, calciatore in gioventù, è stato prima segretario, quindi General Manager e poi Direttore Generale della Juventus . Collaboratore fidatissimo di Giampiero Boniperti, avrebbe computo 89 anni tra qualche mese: uomo silenzioso quanto prezioso, era conosciuto da tutti come il Dottore. Fine stratega, dove il presidentissimo non arrivava con i suoi rimproveri e talvolta con metodi duri, riusciva lui con pazienza e diplomazia. Una sorta di dottor sottile, che trovava sempre il modo di farsi ascoltare ed apprezzare dai giocatori. Se da calciatore aveva avuto poca fortuna, avendo disputato una sola partita in serie A, da dirigente ha scalato tutti i gradini fino a diventare il braccio destro di Boniperti per tante stagioni ricche di successo, in Italia ed in Europa.
Lasciò la Juve nel 1990 (assieme a Boniperti), quando la famiglia Agnelli decise di affidare la gestione della società a Montezemolo e la guida della squadra a Maifredi, conoscendo una delle stagioni più infauste della sua gloriosa storia, rimanendo fuori dalle competizioni internazionali. Fu proprio l'Europa, invece, il trampolino di lancio di Salvatore Giglio: divenne fotografo ufficiale della Juve nel 1977, al termine di un campionato vinto alla stratosferica quota 51 (contro i 50 punti del Toro), quando la serie A era a sedici squadre e la vittoria valeva due punti, ma soprattutto dopo il trionfo in Coppa Uefa, il primo successo europeo della Juve.
Salvatore Giglio, mille partite al seguito della Juve
Lui che era diventato fotografo per fare da aiutante ad un amico del padre e che aveva iniziato quasi per gioco, nella sua luminosa carriera ha seguito oltre mille partite dei bianconeri, calcando i campi di tutto il pianeta, avendo seguito anche Europei e Mondiali. La Signora, certo, rimasta nel suo cuore anche dopo che alla fine degli anni Novanta aveva dovuto cedere a La Presse il ruolo di agenzia ufficiale della Juve, ma anche il Toro e le milanesi, perché quando c'era una partita di cartello ed il 'calcio spezzatino' aveva iniziato a farla da padrone, Salvatore Giglio si spostava a seguire il grande evento, la sfida clou.
La tragedia dell'Heysel e la foto simbolo di Platini
Ancora oggi rimane iconica la sua foto di Michel Platini sdraiato sull'erba, incredulo, dopo che gli era stato annullato un gol da cineteca nella finale di Coppa Intercontinentale del 1985 a Tokyo. Pochi mesi prima, a Bruxelles, aveva assistito dal vivo alla tragedia dell'Heysel e le sue foto, non di calcio giocato ma del dramma che si era consumato nel settore Z, fecero il giro del mondo. A chi scrive, che lo aveva conosciuto nel lontano 1998, aveva raccontato più volte di trasferte eroiche e aneddoti di vita sportiva di tanti campioni.
"Tra qualche anno smetto", aveva ripetuto ad inizio millennio. Solo una tremenda malattia lo ha portato via, ma i suoi scatti resteranno per sempre.