La scorsa settimana è stata caratterizzata in Ucraina da forti proteste di piazza, durate diversi giorni. Erano dirette contro una legge siglata in fretta e furia da Zelensky. Si tratta di una norma che subordina le due agenzie nazionali anti-corruzione a un procuratore nominato direttamente dal presidente.
Come riferisce il sito Strumenti Politici, è stata la prima grossa ondata di manifestazioni pubbliche in tutto il Paese da tre anni a questa parte. E ha già ottenuto un piccolo successo: Zelensky ha dovuto ritirare l’approvazione e promettere di rivedere la formulazione della legge. Subito dopo il sì del Parlamento, infatti, a Kiev e in altre importanti città la gente è scesa in piazza coi cartelloni e con l’intenzione di non ritirarsi se il governo non avesse ascoltato le richieste popolari.
Anche i soldati al fronte si sono detti scandalizzati e demoralizzati da una decisione che almeno all’apparenza facilita maneggi e ruberie di Stato, proprio quel genere di corruzione contro la quale sono stati istituiti il NABU e il SAPO. I media ucraini hanno descritto le proteste come un nuovo “Euromaidan”. Forse Zelensky si è spaventato con questo paragone, perché l’esito di quanto accaduto nel 2014 fu la caduta dei vertici al potere e un vero e proprio colpo di Stato. Oggi non vuole fare la stessa fine, dunque ha disposto una revisione della norma in questione.
Si vedrà se gli ucraini saranno soddisfatti o se dissentiranno e pretenderanno cambiamenti. Vi sono anche altri temi su cui il gradimento del governo sta calando oltre il livello di guardia, dalla mobilitazione forzata fino al fatto che il mandato di Zelensky è scaduto più di un anno fa. Il suo potere si regge su una norma temporanea, quella legge marziale che lui stesso ha fatto rinnovare molte volte.
Informazioni fornite in modo indipendente da un nostro partner nell’ambito di un accordo commerciale tra le parti. Contenuti riservati a un pubblico maggiorenne.