Attualità - 09 agosto 2025, 15:26

Da Torre Pellice al Gargano per un supporto nella lotta agli incendi boschivi estivi

Per Roberta Ricotto è stata la prima missione. Due gli incendi più importanti in cui è intervenuta insieme al suo equipaggio

Un territorio in cui la devastazione degli incendi è enorme, così come il bisogno di aiuto per contenerli. La collaborazione del Piemonte in supporto ai volontari antincendio boschivo della regione Puglia dura da più di 15 anni e quest’anno nella squadra di 16 persone che a inizio luglio è partita per andare nel Gargano c’era anche Roberta Ricotto, 40 anni, parte dell’Aib di Torre Pellice dal 2022.

“Sono stata via dal 3 al 12 luglio. Eravamo il primo turno del Piemonte, ce ne sono stati altri due dopo di noi. Ognuno di questi è composto da coordinatori e operativi che fanno parte di diverse squadre Aib, nel caso della mia settimana c’era la provincia Torino, quindi Val Susa, Val Chisone, Valli di Lanzo e Val Pellice”, racconta Ricotto.

All’interno del gruppo, che è stato ospite della caserma militare Jacotenente in Foresta umbra, ogni equipaggio Aib era formato da un esperto coordinatore, uno spegnitore di incendi con anni di pratica alle spalle e un novellino, ovvero una figura che ha da poco finito il corso di abilitazione oppure che non ha avuto nessuna esperienza, o poche, di spegnimento diretto su fiamma.

“In questo caso il novellino ero io. Il Gargano, come tutte le aree del Meridione, ha un clima e dei venti particolari per cui la devastazione degli incendi è molto diversa da quella a cui si è abituati in Piemonte”, spiega Ricotto.  Durante la sua permanenza nella regione ci sono stati incendi minori, ma anche due di entità maggiore, a Cagnano Varano e a Monte Sant’Angelo: “Lì metti in pratica quello che ti è stato insegnato in teoria e ti rendi conto che sei di fronte a qualcosa che non puoi controllare solo da terra. Tutto brucia, perché è sterpaglia secchissima, soffiano dei venti di scirocco caldi e fortissimi su una macchia mediterranea che è resinosa o oleosa. La forza e la velocità della fiamma quando prende la resina o gli ulivi sono tremende”. In questi casi si dà tutto il supporto possibile in attesa dell’arrivo dei canadair e solo dopo il loro intervento si va bonificare a terra tutto il perimetro dell’incendio perché non ci sia il rischio che si riaccenda.

Insieme alla formazione tecnica sul campo, Ricotto porta a casa un bellissimo ricordo del clima di collaborazione che si è creato: “Arrivando da luoghi diversi, all’inizio non ci si conosce. Poi stando insieme tutto il giorno nel giro di poco tempo si crea una bellissima squadra unita. Almeno questo è ciò che è successo durante la mia esperienza. Non solo con le squadre piemontesi, ma anche con i volontari della Puglia, che hanno una conoscenza del territorio e della vegetazione fondamentale, e con i Dos, Vigili del fuoco di supporto, che nel nostro caso arrivavano dalla Sardegna e dal Veneto. È questo che dà un valore aggiunto a questo tipo di missione, dove si impara tantissimo l’uno dall’altro”.

Sabina Comba