Un detenuto nel carcere di Torino si è praticamente murato dentro la sua cella con colla e carta di alluminio. Nicola, 73enne del braccio C, il più critico di tutta la casa circondariale Lorusso Cutugno, da mesi o forse anni vive in questa condizione degradante. Per sua scelta, certo, ma Nicola è probabilmente affetto da qualche disturbo psichiatrico e dovrebbe essere aiutato, non isolato.
La denuncia di Radicali, +Europa, Azione e associazione Aglietta
A riportare la situazione è stata una delegazione composta da Filippo Blengino e Bianca Piscolla, rispettivamente segretario nazionale ed esponente dei Radicali, Matteo Maino, della direzione nazionale di +Europa, Cristina Peddis e Giacomo Prandi di Azione e Samuele Moccia e Enea Lombardozzi, coordinatori dell'associazione Radicale Adelaide Aglietta. La direzione del carcere ha ammesso di non poter risolvere la situazione per mancanza di spazi e di risorse. Già in passato il detenuto è stato sottoposto a TSO, ma senza risultati.
Nicola ha acquistato centinaia di euro di colla e di carta stagnola, con cui ha tappezzato le pareti interne e chiuso la porta della cella, pagando altri detenuti per sigillarla da fuori. Niente di definitivo, ma comunque Nicola sta vivendo da solo in una stanza chiusa, maleodorante, con caldo estremo e con problemi di sicurezza: in passato le guardie per aprirla hanno dovuto usare un piede di porco.
La situazione nel resto del carcere
Intanto, la situazione nel resto del carcere non è migliore. La delegazione non ha potuto visitare il terzo piano del padiglione C perché un detenuto si è ferito spostando un letto. Nella sezione femminile, invece, il problema principale è lo spazio. Le loro celle risultano infatti più pulite e curate ma più piccole, da dividere in due detenute con troppo poco spazio a disposizione.