Politica - 02 settembre 2025, 06:00

Commercio, Fissolo (Moderati): "Controlli seri nei Minimarket che vendono alcol dopo le 21"

Il capogruppo in Sala Rossa: "Ampliamo gli orari dei mercati al pomeriggio per incrementare l'utenza"

"Ampliamo gli orari dei mercati al pomeriggio per incrementare l'utenza"

Con i grandi eventi Torino si è scoperta “aperta ad agosto”. Anche nel capoluogo cambiano infatti le stagioni del turismo, con ristoranti aperti e visitatori nei musei, segno di una città che sta diventando anche altro rispetto alla vocazione solo industriale.
Andando a vedere qualche dato, nel periodo di Ferragosto (14-17 agosto) si sono registrate quasi 30mila persone tra musei e residenze reali, in particolar modo la Reggia di Venaria e la Mole Antonelliana. Negli scorsi giorni le strade di Torino hanno poi ospitato l’80° edizione della Vuelta.


Simone Fissolo, capogruppo dei Moderati in Comune, cosa ne pensa di questa destagionalizzazione del turismo a lungo invocata dagli operatori?
Scopriremo i dati dei flussi nelle prossime settimane: agosto sembra esser stato un mese promettente, lontano da quei ricordi di una Torino deserta quando le serrande dei negozi erano sempre abbassate.
Secondo il superindice PILNOW del Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino, il turismo e il PNRR stanno trainando l'economia regionale. Le presenze internazionali sono aumentate del 6,7 % con 1,1 milione di arrivi in più e 300 milioni di euro di spesa aggiuntiva e il commercio registra un + 7 %.  

Secondo lei si può quindi parlare di nuova vocazione, sufficientemente forte da creare un nuovo traino economico?
Il settore del turismo da solo non basta e non si può pensare di sostituire le vetrine dei negozi con stanze da letto. Condivido la preoccupazione della presidente dell'Ascom Maria Luisa Coppa che a fine luglio chiedeva di porre dei vincoli urbanistici per evitare che il centro si trasformi in una casa vacanza.

Con la fine dell’estate, riparte anche il commercio. Negli scorsi mesi molti mercati di Torino sono stati riqualificati con i fondi del PNRR, a partire da Porta Palazzo: pochi giorni fa sono partiti i lavori a Santa Rita nel mercato di corso Sebastopoli mentre per metà settembre sarà il turno di piazza Benefica.
La Città grazie ai fondi europei sta riqualificando gli spazi pubblici dei mercati, ma adesso serve pensare a cosa conterranno. Le aree rinnovate devono a loro volta proporre una nuova offerta. L'Applicazione “Mercato Itinerante” è un esempio di innovazione nel settore che permette di far arrivare la spesa dal mercato a casa nostra, proprio come le grandi catene commerciali quali Esselunga, Amazon e altre. O ancora, il Comune dovrebbe lavorare per agevolare l’accesso ai mercati una volta riqualificati. Per esempio, l’area di piazza Benefica si trasforma in un ingorgo negli orari del mercato e si potrebbe pensare a parcheggi sotterranei per ambulanti e clienti.

Oltre alla digitalizzazione, c’è qualcos’altro che la Città può fare per andare incontro ai nuovi bisogni di spesa e nel contempo sostenere i mercati?
Sì, così come i supermercati hanno ampliato l’apertura per andare incontro ai nuovi bisogni dei torinesi, anche i mercati possono ripensare i loro orari. Da inizio mandato abbiamo iniziato a lavorare sui nuovi orari del CAAT, con l’obiettivo di arrivare entro il 2027 ad una soluzione. Allo stesso modo si possono attivare sperimentazioni per aperture pomeridiane dei mercati, per andare incontro ad un’utenza più giovane che lavora tutto il giorno.

Facendo invece un focus sul commercio di vicinato, oltre alle periferie, anche alcune arterie del centro sono segnate da crisi con ricambi di negozi frequenti: penso a via Po e via Garibaldi. Cosa può fare il Comune per aiutare gli operatori?
Nel centro della città ci sono moltissime realtà commerciali meno conosciute, che riempiono le traverse e le parallele delle grandi direttrici come via Po o via Garibaldi. Sarebbe interessante pensare a nuovi Progetti integrati d'Ambito (PIA) per zone, prevedendo per loro un nuovo restyling con nuove insegne e attrazioni culturali. Basti pensare che il PIA di via Garibaldi è datato 2008. Bisogna ragionare con la Soprintendenza e le associazioni di categoria per trovare nuovi modi di comunicare.

Per quanto riguarda le periferie, una delle iniziative di maggior successo sono sicuramente i mercati tematici periodici
Sì, a Torino sono sedici: sono eventi che si tengono la domenica, in aree residenziali della città, e che, come le Feste di Via, animano i nostri quartieri. Queste manifestazioni servono per il contrasto alla solitudine per chi non va via il fine settimana, a favorire la socializzazione, a fornire opportunità di guadagno per chi ne ha bisogno, a sviluppare un turismo interno legato al mondo vintage e a riutilizzare invece che buttare.

Da tempo però gli operatori chiedono di revisionare il Regolamento: al momento pagano l’annualità in anticipo, sobbarcandosi quindi anche di eventi annullati per maltempo. La richiesta sarebbe di allinearsi ai mercati, dove gli ambulanti possono pagare giornalmente il suolo pubblico. C’è anche la richiesta di eliminare, o almeno innalzare, l’attuale limite: al momento un’associazione, che ha vinto tre bandi per realizzare un mercatino tematico, non può partecipare ad altre gare.
Sì una revisione del loro Regolamento aiuterebbe gli organizzatori di queste manifestazioni a sviluppare i loro appuntamenti senza dover combattere contro la pubblica amministrazione per i bandi, il pagamento del suolo pubblico e il calendario delle manifestazioni.


Il commercio però non è solo animazione urbana, ma è anche vendita di alcolici ai minorenni, assembramenti e malamovida. Questo è uno dei temi che allontana cittadini e istituzioni dalla categoria ed è per questo che insieme vanno contrastate le cattive pratiche.
In queste settimane mi sono arrivate tante lamentele, non più solo legate a piazza Santa Giulia, ma ad altre zone più lontane dai classici luoghi della malamovida: l'area di corso Brescia, tra corso Giulio Cesare e via Aosta, in Aurora e quella di piazza Nazario Sauro, nel quartiere Lucento. La prima delle due fa parte di una delle zone rosse che impedisce ai minimarket di vendere bevande alcoliche in vetro dopo le ore 21, mentre la seconda no. Tuttavia, la situazione sembra uguale in entrambe le aree. Questo può significare solo che i controlli non sono ancora sufficienti.

Quali possono essere le soluzioni per risolvere o comunque cercare di contenere la malamovida?
Servono più controlli per sanzionare chi continua a vendere alcolici ai minorenni e a chi li vende dopo l'orario consentito, ma serve anche sviluppare una nuova mentalità secondo la quale dopo una certa ora chi vuole continuare a chiacchierare sceglie le abitazioni private e chi vuole continuare a festeggiare sceglie un locale notturno.

comunicazione politica