B. Vittoria / Vallette - 12 settembre 2025, 10:29

Circoscrizione 5, bocciata la proposta M5S per esporre la bandiera della pace

La maggioranza contraria: “Un’istituzione non può diventare luogo di simboli di parte”

La sede della 5

Acceso dibattito politico ieri sera, 11 settembre 2025, in Circoscrizione 5, attorno a una proposta presentata dal consigliere Luigi Martina (M5S). Il documento chiedeva al presidente di impegnarsi a esporre sulla sede circoscrizionale una bandiera arcobaleno con la scritta “PACE”, come segno di solidarietà e opposizione a tutte le guerre.

Valore simbolico

Martina ha definito l’iniziativa un gesto semplice ma dal forte valore simbolico: “Esporre la bandiera della pace significa lanciare un messaggio importante alla cittadinanza, sensibilizzando sull’importanza della fratellanza e della solidarietà. Non si tratta di un costo rilevante - una bandiera costa appena 7,99 euro - né di una questione di manutenzione”.

Il consigliere ha inoltre sottolineato come oltre 300 comuni italiani abbiano già adottato il simbolo senza difficoltà. E ha accusato la maggioranza di aver respinto la mozione per motivi ideologici, legati alla presunta confusione tra la bandiera della pace e le battaglie delle famiglie arcobaleno. “Il presidente dice di essere contro la guerra, ma poi non sostiene concretamente la pace con i fatti”, ha commentato Martina, ricordando come il vessillo fu ideato nel 1961 da Aldo Capitini.

La proposta respinta 

A replicare è stato il vicepresidente della 5, Antonio Cuzzilla, che ha difeso la scelta: “Esporre la bandiera della pace rischia di avere un valore più simbolico che sostanziale, con il paradosso di alimentare divisioni invece che favorire unità. La Circoscrizione è un’istituzione e non deve diventare un luogo di esposizione di simboli politici o di parte”.

Cuzzilla ha poi richiamato alla coerenza: “Il Movimento 5 Stelle, durante il governo Conte, ha aumentato di oltre 3 miliardi le spese per la difesa, e il Partito Democratico ha sostenuto il riarmo dell’Ucraina. Prima di richiamarsi ai simboli, serve coerenza nelle scelte politiche. Non siamo a Palazzo Chigi ma in via Stradella 192”.

ph.ver.