Il Tribunale di Bari ha condannato il Ministero della Difesa al riconoscimento dei benefici previdenziali in favore di un ex Primo Maresciallo, D.T.E., che ha contratto gravi malattie polmonari a causa dell'esposizione all'amianto durante il suo servizio. Continua l’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e dell’Osservatorio Vittime del Dovere, nella tutela delle vittime che hanno contratto patologie asbesto correlate a seguito del loro servizio.
La storia dell’ex Maresciallo affetto da asbestosi polmonare
D.T.E., che ha prestato servizio dal 1986 al 2019, è stato riconosciuto come soggetto equiparato alle vittime del dovere per aver sviluppato asbestosi polmonare e ispessimenti pleurici a causa delle sue mansioni a bordo di diverse unità navali e presso arsenali militari. Durante il suo servizio, che lo ha visto impegnato su navi come l'Intrepido, il Vittorio Veneto, il Perseo, l'Aliseo e il Palinuro, il maresciallo è stato esposto per oltre trent'anni a polveri di amianto e a radiazioni provenienti dai radar militari.
La diagnosi di asbestosi è giunta nel 2015, patologia direttamente correlata all'esposizione all'amianto. Pertanto, l’ex maresciallo ha richiesto al Ministero della Difesa il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio, invocando lo status di vittima del dovere. Tuttavia, la sua richiesta iniziale è stata rigettata, in quanto si riteneva che non vi fosse una "infermità invalidante permanente" al fine di giustificare il riconoscimento.
Eppure, successivi pareri medici e consulenze tecnico-legali hanno confermato che D.T.E. soffriva di un'invalidità permanente del 30%, legata proprio all'esposizione professionale all'amianto. Tutto ciò ha portato il Tribunale di Bari alla condanna del Ministero con conseguente accoglimento delle ragioni dell'ex maresciallo, riconoscendogli lo status di vittima del dovere.
Con la sentenza, il Giudice del Lavoro ha stabilito che D.T.E. ha diritto a ricevere una serie di prestazioni previdenziali e assistenziali. Secondo le stime effettuate dall’Osservatorio Nazionale Amianto, l’ex Maresciallo della Marina Militare riceverà un’elargizione di circa 60 mila euro, oltre ad un vitalizio mensile di 2.000 euro, a cui si aggiungono gli arretrati spettanti – mai ricevuti – dal 2019 ad oggi.
Un’altra vittoria per tutte le vittime del dovere e dell’amianto
Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari dell’ex Maresciallo della MM, ha commentato la sentenza, sottolineando che questa decisione "si inserisce nel solco di un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui l’esposizione ad amianto nelle strutture e nei mezzi militari integra le 'particolari condizioni ambientali e operative' richieste dalla legge per il riconoscimento dello status di vittima del dovere".
Bonanni ha inoltre evidenziato l'importanza della sentenza per la tutela dei diritti delle persone che, in servizio per lo Stato, hanno subito danni irreversibili alla salute a causa dell'esposizione a materiali pericolosi.
Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio di lotta per la giustizia e il riconoscimento dei diritti delle vittime dell'amianto, un problema che ha colpito in particolare i lavoratori del settore pubblico, tra cui molti membri delle forze armate. L'esposizione a questo materiale, nonostante i numerosi divieti e precauzioni oggi in vigore, continua a essere una delle principali cause di malattie professionali per molte categorie di lavoratori.
La sentenza del Tribunale di Bari segna un passo importante nella protezione delle vittime, affermando che anche lo Stato, così come le ditte private, deve assumersi la responsabilità di tutelare i suoi dipendenti che hanno subito danni a causa di esposizioni professionali nocive. Soprattutto in contesti come quello della Marina Militare, dove l'amianto è stato utilizzato a lungo nei materiali di costruzione delle navi e nelle strutture portuali.
L’ONA APS prosegue la sua battaglia al fianco dei suoi volontari, tra cui medici legali, avvocati, tecnici e criminologi, per la tutela di tutte le vittime dell’amianto e degli altri cancerogeni, nel settore pubblico e privato. L’associazione offre un servizio di consulenza gratuita attraverso il numero verde 800 034 294 oppure con la compilazione del form online.