Sanità - 26 settembre 2025, 18:12

Quando il tumore arriva in un contesto di fragilità: oltre 300 mila euro per supportare le famiglie dei malati

Sono 400 le famiglie del Progetto Protezione Famiglie Fragili della Rete Oncologica in Piemonte

Una popolazione composta per il 26 per cento da over 65. Il 40 per cento ha almeno una malattia cronica. Il 35 per cento vive in un nucleo unipersonale.

Una tempesta perfetta se in questo contesto arriva una malattia oncologica, magari in una situazione di povertà o di disagio sociale.

E qui che entra nel vivo il Progetto Protezione Famiglie Fragili (PPFF) della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta che intende offrire un sostegno multidisciplinare al malato e alla sua famiglia. 

Nel pratico si tratta di mini equipe composte da medico, infermiere, psicologo, assistenti sociali e volontari che operano a 360 gradi nell'assistenza alleggerendo i caregiver in un momento complesso per carico emotivo, ma anche economico.

Di questo si è parlato nel corso di una conferenza in regione dove sono intervenuti gli assessori alla Sanità Federico Riboldi e alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, il direttore di Azienda Zero Adriano Leli, i coordinatori della Rete, Massimo Aglietta e Alessandro Comandone (referente del progetto) e il responsabile del Settore Programmazione dei servizi sanitari e socio – sanitari della Regione Piemonte, Franco Ripa.

"La finalità - commenta Federico Riboldi - è costruire una rete di supporti assistenziali psicologici e sociali mirati al sostegno delle famiglie “fragili” che affrontano l’esperienza della malattia tumorale, famiglie in cui l’evento malattia rende il rischio di destabilizzazione più elevato."

"Questo importante progetto - ha dichiarata Maurizio Marrone - rispecchia il percorso che come Regione Piemonte abbiamo inserito nel nuovo piano socio - sanitario, l’integrazione tra l’aspetto sanitario e quello sociale".

Il progetto esiste da 25 anni. Nato dapprima a Torino, all'interno della Rete Oncologica, aveva come obiettivo quello di intervenire in soccorso alle famiglie con figli malati di tumore.

Negli anni la rete si è ampliata e da qualche tempo è attiva su nuclei familiari con figli minori o disabili, situazioni di separazione o rottura del legame, persone con disagio psichico o dipendenze, assenza di caregiver in famiglie ristrette, chi ha vissuto eventi traumatici recenti come lutti, violenze, perdita del lavoro o condizioni di povertà, anziani con comorbilità e anche chi affronta barriere sociali, linguistiche o culturali.

"Interveniamo con il supporto psicologico gratuito a malati e famiglie -spiega Alessandro Comandone, referente del progetto - con il trasporto in ospedale da aree geografiche disagiate, con gli assistenti domiciliari, con il supporto scolastico ai figli minori. Il progetto ha colto nel segno del tessuto sociale e sanitario delle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta ed è diventato un progetto stabile e riconosciuto in tutta Italia. Per questo motivo si proporrà di incrementare il finanziamento per l’anno 2026".

Oggi riguarda 400 nuclei in Piemonte e circa 180 famiglie a Torino. La Regione interviene attraverso Azienda Zero con centinaia di migliaia di euro. Cifra che si punta ad ampliare per i prossimi anni.

"Crediamo fermamente in questo progetto e nel suo ampliamento - ricorda il direttore generale di Azienda Zero, Adriano Leli - certificato con una delibera aziendale che ha visto l’ufficializzazione del finanziamento da oltre 300 mila euro."