Ancora una volta in marcia. Per il popolo palestinese. In supporto alla Global Sumud Flotilla. Sempre con la stessa intenzione che accompagna le tante manifestazioni delle ultime settimane: "Blocchiamo tutto".
Dopo l'ampia partecipazione allo sciopero di lunedì 22 settembre, con blocchi a Porta Nuova e sulla Torino-Milano, dopo lo stato di agitazione permanente di mercoledì 24 settembre, terminato sui binari di Porta Susa. In mezzo tante assemblee e un blitz al Rettorato.
La settimana calda volge al termine, ma la protesta non si ferma. E, dopo le stazioni e le arterie stradali, oggi si mette nel mirino un obiettivo più importante. L'aeroporto di Caselle.
Non una vera e propria marcia, ma uno "spezzone veloce e mobile", così è stato definito dagli organizzatori, per raggiungere lo scalo dove è presente anche la sede di Leonardo.
Per i partecipanti, società "protagonista del genocidio"
Il gruppo partito da Piazza Crispi farà tappa a Borgaro Torinese e poi a Caselle, prima di provare a entrare in aeroporto.
Una settimana segnata da fatti rilevanti a livello internazionale. Con la Flotilla colpita nella notte di mercoledì, con il successivo invio di una fregata della Marina da parte del ministro Crosetto, con l'invito da parte del governo di accettare la mediazione di Cipro attraverso il patriarcato latino. Stessa richiesta avanzata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi rifiutata dalla spedizione umanitaria. E infine la notizia che la rappresentante italiana della missione Maria Elena Delia, originaria di Torino, rientrerà nella penisola per un confronto istituzionale. Il tutto mentre si sono susseguiti gli interventi dei leader mondiali alle Nazioni Unite. L'ultimo proprio ieri quello del presidente israeliano Benjamin Netanyahu, il più discusso.
Dal mondo a Torino. La mobilitazione continua.
La partenza verso corso Venezia
Il gruppo composto da qualche centinaio di persone è partito poco dopo le ore 15 da piazza Crispi in direzione corso Venezia. Il corteo veloce è partito con le bici in testa. L'obiettivo rimane l'aeroporto.
Lo spezzone mobile con le bici ha girato dopo piazza Baldissera in corso Venezia. Mentre il corteo a piedi ha proseguito per via Stradella. Il gruppo in bici si è poi ricongiunto a quello in cammino. Intanto qualche decina di persone sono radunate all'Aldi di Borgaro.
Il blocco della Polizia
Il gruppo bici si è poi ricongiunto in strada Aereoporto, allo svincolo per la tangenziale, in direzione Caselle. I manifestanti, circa un migliaio, sono stati qui bloccati dagli agenti di Polizia schierati in tenuta antisommossa e con mezzo idrante.
Lanci di bottiglie e petardi, la Polizia risponde con l'idrante e fumogeni
La richiesta dei manifestanti è ora di proseguire pacificamente: "Andate avanti voi, noi vi seguiamo", rivolgendosi alla polizia schierata. Poco dopo però si sono accesi i primi tafferugli, con lanci di bottiglie e petardi da parte dei manifestanti, respinti dalla Polizia con l'uso dell'idrante e dei fumogeni. Alcuni feriti sia tra gli attivisti, sia tra gli agenti.
La ritirata verso via Reiss Romoli. Lo spezzona da Borgaro arriva Caselle
Dopo i tafferugli, il gruppo di manifestanti è arretrato. Ora prosegue in direzione via Reiss Romoli per poi spostarsi in corso Giulio Cesare in direzione sud, rinunciano al blocco di Caselle. Nel mentre, un gruppo composto da una cinquantina di manifestanti Pro Pal che si erano dati appuntamento a Borgaro Torinese hanno raggiunto l’aeroporto di Caselle e si sono avvicinati alle reti attraversando i campi limitrofi. Una volta giunto lì lo spezzone del corteo non ha creato disagi all’operatività dello scalo nel cui terminal non è potuto entrare in quanto l'accesso è limitato a chi è dotato di biglietto.
L'arrivo a Porta Palazzo e davanti al Comune
Il corteo ha raggiunto intorno al 18.50 la fine di Corso Giulio Cesare e si trova a Porta Palazzo. In direzione via Milano, verso il municipio. Qualche attimo di tensione per una bandiera israeliana appesa a un balcone. Alle 19 il gruppo è transitato in fronte al Comune. E ora vuole raggiungere il Salone dell'Auto. Dopo un giro per la piazza in mezzo al Salone, (già chiuso) il corteo si è sciolto intorno alle 19,30.
I commenti della politica
Non hanno tardato ad arrivare i commenti dal mondo della politica, fra cui l’europarlamentare Giovanni Crosetto (FdI): "Il diritto a manifestare non può mai trasformarsi nel diritto di bloccare infrastrutture strategiche, creare caos e paralizzare un intero territorio. Occorre ristabilire un principio chiaro: chi protesta lo faccia nel rispetto della legge, senza mettere a rischio la collettività".
"Purtroppo a Torino queste scene sono una consuetudine a causa dei centri sociali, i cui membri sono professionisti delle violenze di piazza. Questi delinquenti sono purtroppo coccolati dall'amministrazione comunale e in generale dalla sinistra sempre pronta a prendere le loro difese. I centri sociali sono invece realtà che sarebbero da chiudere senza tanti tentennamenti. Preoccupa inoltre questa nuova alleanza tra sinistra estrema e realtà islamiste filo Hamas. Ormai per loro è un'abitudine creare disordini e prendere di mira uomini e donne in divisa" commentano Silvia Sardone, vice segretario della Lega ed Elena Maccanti, deputata Lega e consigliere comunale a Torino.
"Questa non è protesta, ma azione eversiva di piccoli gruppi organizzati ai danni della collettività - dichiarano il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia in Senato e vicesegretario del partito in Piemonte, e Marco Fontana, segretario cittadino di Forza Italia a Torino -. Decreto Sicurezza subito in campo per fermare queste guerriglie urbane che paralizzano e terrorizzano le nostre città. Chi blocca servizi essenziali, attacca le Forze dell’Ordine e semina odio deve essere perseguito senza esitazioni. Serve tolleranza zero: ordine, legalità e sicurezza vanno difesi con fermezza, senza compromessi".
"Torino non può diventare la capitale italiana della violenza quotidiana. La politica locale dovrebbe fare più attenzione ed evitare certe indulgenze verso i centri sociali come Askatasuna. Dagli assalti ai cantieri Tav fino alle violenze sulla direttrice di Caselle, a Torino ci sono troppe cose che non funzionano" è il commento Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione in Piemonte.
"I diritti si difendono con equilibrio e responsabilità, non lanciando pietre contro le Forze dell’Ordine - dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Paola Ambrogio -. Esprimo piena solidarietà e gratitudine al loro straordinario impegno, che ha impedito l’accesso ai facinorosi e garantito la piena operatività dello scalo torinese".