Cultura e spettacoli - 27 settembre 2025, 19:23

La voce di Hind Rajab, il cast a Torino: "Il cinema ci connette tutti. Questo film arriva al cuore" [INTERVISTA]

L'attrice Clara Khoury domani al Centrale e ai Fratelli Marx: "La prima volta che abbiamo sentito la registrazione è stato mentre giravamo. Non abbiamo fatto prove. Non recitavamo, era una reazione umana"

Dopo le manifestazioni e i cortei Pro Pal, andati avanti anche oggi a Torino, in città arriva anche la voce del cinema. È quella di Hind Rajab. Dalla Mostra del Cinema di Venezia 2025, dove è stato presentato e ha vinto il Leone d’Argento, il film della regista tunisina, Kawthar Ibn Haniyya, sarà presentato domani nel capoluogo sabaudo.  

Saja Kilan, che interpreta la responsabile Rana, e Clara Khoury, che interpreta la psicologa Nisreeen, sono in tour per promuovere il lungometraggio uscito il 25 settembre.

Clara Khoury lo presenterà domani alle ore 10.30 al cinema Centrale e alle 14.30 al cinema Fratelli Marx.

Conoscevate la storia di Hind Rajab prima di lavorare al film? 

Conoscevamo la storia di Hind Rajab subito dopo essere esplosa sui social media. È stato devastante - racconta Clara -. All’epoca ero a New York e partecipavo alle dimostrazioni per porre fine al genocidio. Quando ho ricevuto la sceneggiatura, è stata la salvezza. Come artista avevo l’occasione di esprimermi attraverso il mio lavoro e generare consapevolezza.  Avere una regista incredibile come Kawthar ibn Haniyya a dirigerci è stato bellissimo, la ammiravo molto, i suoi film hanno avuto moltissimo impatto su di me”. 

Qual è stata la cosa più difficile portare sullo schermo i vostri personaggi? 

“La mia prima reazione quando ho ricevuto la sceneggiatura è stata quella di un senso di responsabilità - spiega Saja -. Volevo che l’approccio fosse onesto, senza finzione. Per me penso che la cosa più difficile è stato il peso della verità. Con questo film, sentivo di portare una storia reale, dovevo trovare il giusto equilibrio tra le mie emozioni e il restare presente. .In questo ha aiutato molto la guida della regista e di tutta la squadra. Stavamo tutti servendo una causa così grande”.

“Per me la cosa più difficile era restare sincera- aggiunge Clara -. Interpretare il ruolo di Nisreen e al tempo stesso onorare Hind Rajab e la sua storia. La prima volta che abbiamo sentito la registrazione è stato mentre giravamo. Non abbiamo fatto prove. Era acustico e reale. Non c’era spazio per la recitazione, era una reazione umana alla sua voce, un’immediata compassione materna per un bambino che sta implorando aiuto. La parte più dura è che non poteva disconnettersi. Al tempo stesso è stata un’esperienza bellissima. Non mi sembra di celebrare un film, ma piuttosto di svolgere un dovere come parte del film stesso”.

Vi aspettavate questo successo a Venezia? 

Onestamente no. Lo speri sempre per un film in cui lavori, ma la cosa è bella è che c’erano davvero tante sezioni a Venezia, eppure mi sembrava che fossimo tutti connessi. Non avevamo neanche bisogno di parlare, il cinema ci connetteva” commenta Saja.

Mi ha fatto realizzare che siamo un tutt’uno. Quando guardi una storia vera, non c’è spazio per la critica o il giudizio. Tutte quelle persone erano influenza dalla storia, c’è stata unità. Le persone ne hanno abbastanza di questo genocidio. Questo film parla direttamente al tuo cuore, la storia di Hind, parla da sola, parla della sofferenza delle persone a Gaza, di quello che hanno vissuto e di altre orribili storie che vivono ogni giorno” spiega Clara. 

Credete che questo film possa aiutare, più di quel che ha già fatto, a sensibilizzare le coscienze?

“Credo che tutto possa aiutare per un dialogo. Quello che ho visto in Italia è che la questione non è solo vista, è sentita. Questo significa che abbiamo fatto qualcosa di importante, sono contenta di essere qui a continuare questo dialogo. Questo tour significa che stiamo proseguendo, non siamo solo lì a guardare un film, le persone vogliono continuare il dialogo, sono felice che stia aprendo il cuore delle persone ancora di più” spiega Saja. 

In Italia, ma anche a Torino dove presenterete il film, ci sono state molte proteste, scioperi, solidarietà per il popolo di Gaza. Cosa ne pensate di queste azioni che si portano avanti in contemporanea in tutto il mondo?

“Siamo davvero grate perché il cinema trascende davvero i confini è un modo per tutti di connetterci - conclude Clara -per uscire e stare insieme, essere lì per gli altri. Ho visto che in Italia c’è questo senso di curiosità, le persone vogliono impegnarsi. Significa che l’umanità è ancora presente”.