Sanità - 29 settembre 2025, 13:18

Piemonte, 40mila uomini con tumore alla prostata: Torino apre il dibattito su prevenzione e qualità di vita

Questi i dati diffusi in occasione dell'incontro promosso da Motore Sanità – cure the future, Europa Uomo e Novartis Italia

Convegno a tema sanitario all’NH Hotel Santo Stefano

Una mattinata interamente dedicata a una delle sfide più urgenti per la salute maschile: "Il tumore della prostata in Piemonte. Dalla diagnosi alla cura". Con questo titolo, medici, pazienti e istituzioni si sono ritrovati per costruire percorsi concreti e prospettive realizzabili.

L’evento, ospitato oggi all’NH Hotel Santo Stefano, nel cuore di Torino, è stato organizzato da Motore Sanità – cure the future, realtà che da anni progetta e realizza appuntamenti capaci di unire contenuti scientifici di alto livello a format innovativi, in grado di rivolgersi allo stesso tempo agli addetti ai lavori e al grande pubblico. Partner di istituzioni e associazioni, Motore Sanità affianca enti, imprese e organizzazioni non profit nello sviluppo di strumenti di comunicazione come convegni, seminari e tavoli di confronto.

Europa Uomo e Novartis in prima linea

Il ciclo di appuntamenti, nato dalla collaborazione tra Europa Uomo Italia e Novartis, toccherà diverse regioni con l’obiettivo di informare cittadini e istituzioni, sensibilizzare le autorità sull’urgenza di avviare screening organizzati e garantire pari accesso alle innovazioni terapeutiche. A Torino, il confronto ha permesso di valorizzare le buone pratiche locali, ma anche di guardare con realismo al futuro: la sfida riguarda milioni di uomini in Italia e richiede risposte concrete.

"Di questa patologia se ne parla troppo poco, mentre i numeri sono importanti e le previsioni danno un raddoppio verso i prossimi 15 anni – ha sottolineato Claudio Talmelli, presidente di Europa Uomo Italia – In Gran Bretagna, ad esempio, si è saputo che al re Carlo è stato diagnosticato un tumore alla prostata. Nel 2024 sono stati registrati oltre 56mila casi dopo l’invito del sovrano a sottoporsi a controlli. La nostra realtà è nata vent’anni fa per difendere il diritto degli uomini a essere informati sul tumore della prostata. Oggi dobbiamo passare all’azione, con centri multidisciplinari dedicati e programmi strutturati di prevenzione. Tra non molto i casi aumenteranno, per questo bisogna lavorare adesso".

"Le malattie oncologiche sono la seconda causa di morte e hanno un’incidenza in crescita – ha commentato Marco Rago, direttore medico Oncologia di Novartis Italia – Nel tumore alla prostata abbiamo assistito a una trasformazione che ha migliorato la qualità di vita dei pazienti. Da oltre trent’anni sviluppiamo terapie mirate che si sono aggiunte a quelle tradizionali, offrendo nuove opportunità a chi prima non ne aveva. È un lavoro che nasce dalla ricerca, dalla collaborazione e dall’ascolto dei pazienti".

Una rivoluzione in corso e la qualità di vita al centro

Negli ultimi anni, la necessità di affrontare sempre di più la battaglia contro questa malattia ha dato il via ad un’autentica svolta. La Raccomandazione europea sugli screening oncologici del 2022, insieme ai progressi nella diagnostica e nelle terapie, ha aperto scenari completamente nuovi, in grado di cambiare il futuro dei pazienti. Prevenzione, diagnosi precoce e qualità di vita rappresentano oggi i tre assi su cui costruire il domani.

Già tra il 2019 e il 2022 Europa Uomo ha promosso due edizioni di EUPROMS, il primo sondaggio internazionale sulla qualità di vita dei pazienti con tumore della prostata, che ha coinvolto 5.500 uomini in 31 Paesi. Da quell’indagine è emersa con forza la necessità di diagnosi precoce, sorveglianza attiva e un approccio multidisciplinare.

I numeri della malattia

L’epidemiologia regionale conferma la portata del fenomeno: solo in Piemonte, nel 2023, sono stati registrati 2.956 nuovi casi, mentre oltre 40mila uomini convivono con la malattia. A livello nazionale, i dati parlano di oltre 40mila nuove diagnosi all’anno, quasi mezzo milione di uomini che vivono con la patologia e circa ottomila decessi ogni dodici mesi.

Il carcinoma della prostata è oggi il secondo tumore più diagnosticato e la quinta causa di morte oncologica maschile a livello mondiale, con circa un milione e mezzo di nuovi casi e quasi 400mila decessi nel 2022. L’età mediana alla diagnosi è di 66-67 anni, mentre quella al momento del decesso si attesta attorno agli 80. Le previsioni per il 2040 parlano di 2,4 milioni di casi e oltre 700mila morti, soprattutto in Africa, Asia e America Latina, con una perdita stimata di 7,5 milioni di anni di vita.

La sfida culturale

"Oggi trattiamo un tema di grande attualità – ha commentato l'assessore reginale alla Sanità, Federico Riboldi – Sui tumori femminili abbiamo programmi di screening molto efficaci, ma sul fronte maschile c’è ancora poca consapevolezza, frenata forse da un’idea di mascolinità o dalla scarsa conoscenza. Ecco perché momenti come questo sono importanti: la prevenzione deve riguardare anche gli uomini".

Un invito ribadito dalla consigliera regionale Paola Antonetto: "Questi incontri permettono di cogliere i cambiamenti in atto. Le donne, fin dall’adolescenza, sono abituate a visite e controlli, mentre tra gli uomini questo approccio è meno radicato. Serve un lavoro culturale sulle nuove generazioni: la Regione Piemonte sta investendo in questa direzione, ma bisogna fare ancora di più. Dobbiamo cominciare dalle scuole, parlando di salute sessuale e di prevenzione maschile".

La voce degli specialisti

Dunque, una richiesta molto chiara quella che proviene da pazienti e associazioni: Nel 2025 servono un’assistenza a 360°, con il paziente al centro del proprio percorso di cura, ma soprattutto tanta divulgazione e prevenzione. 

A questo appello risponde Paolo Gontero, direttore della Clinica Urologica delle Molinette e ordinario di Urologia all’Università di Torino, che ha sottolineato come "il panorama della diagnosi e del trattamento del tumore prostatico è in costante e rapida evoluzione. Sono infatti in arrivo nuove tecniche diagnostiche e strategie terapeutiche, chirurgiche, radioterapiche e radio-farmacologiche"

" Quasi mezzo milione di persone, in Italia, convive con questa patologia. In uno scenario così complesso diventa cruciale la presa in carico in centri specializzati. Le Prostate Cancer Units e i gruppi multidisciplinari, come previsto dalle linee guida europee e italiane, rappresentano il modello migliore per integrare le competenze e garantire efficacia terapeutica e qualità di vita", ha aggiunto.

Convegno a tema sanitario

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