Torna l'incubo licenziamenti sul caso Trasnova: rischiano infatti in 288 lavoratori in tutta Italia, di cui 13 a Torino (impegnati tra Mirafiori e Rivalta). L'ultima puntata di questa telenovela è stata ambientata questa mattina a Roma, negli uffici del Mimit, per uno scenario che coinvolge anche le subappaltatrici Logitech, Teknoservice e CSA.
La scadenza per un eventuale licenziamento è fissata per la fine del 2025, ma i sindacati non accettano l'ipotesi: "Chiediamo innanzitutto a Trasnova di non procedere in tal senso, ma piuttosto di fare domanda di cassa integrazione in deroga per l’anno 2026 - dicono tutte le sigle metalmeccaniche -. Inoltre abbiamo chiesto al Mimit di esplorare fino in fondo la possibilità con Stellantis di una proroga del contratto di appalto o, in caso di cambio appalto o di internalizzazione delle lavorazioni, di passaggio e tutela dei lavoratori. Quanto alle ipotesi prospettate dal Ministero, esprimiamo riserve su quella di affidarsi alla attività di outplacement, che ha dimostrato limiti alla luce delle esperienze concrete, mentre vogliamo esplorare l’altra ipotesi di un possibile investitore disposto a prendere parte dei lavoratori".
Ci sarebbe poi un dibattito aperto sulla natura "lavorativa" delle persone coinvolte. "Da Trasnova è stata avanzata l'ipotesi che i dipendenti siano solo in affitto, ma che in realtà siano in capo a Stellantis, che dovrebbe farsene carico - dice Marco Bosio della Fiom di Torino -. Ma nel frattempo sono persone esposte a rischio sociale: chiediamo che vengano attivati ammortizzatori sociali in attesa che la vicenda sia chiarita. Tra i due litiganti non devono andarci di mezzo i lavoratori".
Secondo quanto disposto dal ministero, è attesa una risposta dell'azienda entro il 15 ottobre, così da avere un quadro più chiaro sulla scelta tra richiesta di ammortizzatori sociali e licenziamento collettivo.