Nei giorni scorsi, presso la Prefettura di Torino, in occasione della “Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale”, è stata consegnata la medaglia d'onore al grugliaschese Gino Marangoni. Alla celebrazione erano presenti Domenico Marangoni, nipote di Gino, e il Presidente del Consiglio Comunale di Grugliasco Luigi Musarò.
“Il suo ricordo rimane vivo nella memoria della mia famiglia grazie agli scritti e alle informazioni che siamo riusciti a reperire in tanti anni di ricerche -Dichiara Domenico Marangoni-. Secondo quanto abbiamo ricostruito, grazie ai documenti in possesso dell'archivio di Dortmund, è emerso che i nazisti lo avevano deportato con l'accusa di sobillazione. Le lettere che ha inviato dai campi di concentramento, sono la testimonianza tangibile della sua sofferenza e devono fungere da monito per le generazioni future. Con questo riconoscimento, contestualmente alla posa della pietra d'inciampo a Grugliasco, si conclude una una vicenda per cui mia nonna (mamma di Gino) si è sempre battuta. Ringrazio il Presidente Mattarella che ha istituito questa Giornata e conferito questa onorificenza.”
Gino Marangoni viveva in via Pawa e faceva parte dell'esercito italiano. Al momento del suo arresto, avvenuto per mano dei nazisti, si trovava in Albania. Come tanti altri militari italiani internati venne messo ai lavori forzati. Ogni volta che gli veniva chiesto di tornare a combattere per i nazifascisti in cambio della libertà, ha sempre rifiutato. Venne poi deportato nel campo di concentramento di Buchenwald da cui non ha più fatto ritorno.