Il mercato di corso Grosseto, all’angolo con via Lulli, è in affanno. Dal lunedì al sabato l’area coperta conta appena sei stalli, ma solo il venerdì diventa un vero mercato con 16 postazioni. Eppure i numeri restano minimi: tre banchi fissi sotto la tettoia e, nei giorni migliori, sei o sette operatori compresi gli itineranti.
Situazione critica
Una situazione che preoccupa la Circoscrizione 5, che si è riunita in commissione per discutere il futuro dell’area. “La scarsa partecipazione di operatori rende il servizio al territorio insufficiente - ammette il coordinatore al Commercio, Alfredo Ballatore -. Per questo propongo una sperimentazione: sei mesi o un anno di gratuità totale per chi decide di insediarsi. E apriamo agli eventi, come lo street food, per riportare gente e interesse attorno al mercato”.
"Aspettiamo il 2026"
D’accordo l’assessore comunale al Commercio della Città di Torino, Paolo Chiavarino: “Negli anni il mercato si è assottigliato, ma i lavori fatti, con area giochi e parcheggio, lo hanno reso più vivibile. Io preferisco rilanciare piuttosto che accorpare. La proposta di annullare la tassa ha senso. Poi con il completamento della Torino-Ceres, previsto entro il 2026, capiremo se ci saranno risultati concreti”.
Ma la pazienza, in circoscrizione, sembra finita. “Sono tre anni che discutiamo e quei pochi banchi non giustificano la presenza di un mercato - incalza la consigliera Carmela Ventra -. Serve arrivare subito a delle soluzioni”. Per il vicepresidente, Antonio Cuzzilla, meglio provare a dare un tocco diverso: “Perché non portiamo le luci di Natale o qualche addobbo attorno al mercato? Anche i dettagli contano”.
"Non è solo questione di costi"
Diversa la proposta dei consiglieri dei Moderati Antonio Canino e Alessandro Speranza: “Ridurre i costi potrebbe non bastare. Forse serve una nuova identità, sullo stile di piazza Benefica, con prodotti di qualità. Pubblicità, diversificazione e nuove proposte possono attrarre gli ambulanti. Oggi nelle giornate feriali si contano appena tre banchi”.
Tra esenzioni, street food e mercati “di nicchia”, il futuro di corso Grosseto resta incerto. Ma una cosa è chiara: senza interventi rapidi, il rischio è che quell’area mercatale diventi presto solo un ricordo.