Due caschi refrigeranti sono stati donati all’Oncologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino, diretta dal professor Giorgio Valabrega, grazie a una raccolta fondi nata dalla generosità di amici e familiari di due pazienti, Giuliana Giovale (19 ottobre 1966 – 7 gennaio 2025) e Gabriella Grosso Reviglio (6 dicembre 1958 – 17 aprile 2025). I dispositivi consentono di ridurre in maniera significativa il rischio di alopecia durante la chemioterapia, un effetto collaterale tra i più temuti dalle donne che affrontano un percorso oncologico. Si tratta di apparecchi utili per tutti i pazienti oncologici.
“L’efficacia del casco refrigerante non ha solo un valore estetico – spiega Giorgio Valabrega – ma contribuisce concretamente a migliorare la qualità di vita delle pazienti, riducendo lo stress e l’impatto psicologico della perdita dei capelli. Una donazione importante che speriamo possa essere utile a tutte le pazienti della nostra struttura”.
“L’attenzione alla qualità della vita di tutti i pazienti, non solo di quelli oncologici, a partire dalla gestione degli effetti collaterali delle terapie, rappresenta un tratto distintivo di molti servizi della nostra azienda – sottolinea Franca Dall’Occo, Direttore Generale del Mauriziano – ed è un elemento essenziale per assicurare l’efficacia delle cure e una reale presa in carico delle persone assistite dai nostri professionisti. I nuovi caschi sono uno strumento estremamente importante in questo tipo di percorso di cura rivolto alle e ai pazienti oncologici, di cui ringraziamo di cuore i donatori”.
Evidenza scientifica
Secondo uno studio pubblicato già nel 2017 sulla rivista scientifica JAMA (Journal of the American Medical Association), una delle pubblicazioni mediche internazionali più accreditate, l’uso del casco refrigerante durante la chemioterapia ha permesso a circa due pazienti su tre di ridurre in modo significativo la perdita di capelli.
Un recente studio clinico randomizzato (Journal of clinical oncology, 2024) ha dimostrato che il casco refrigerante riduce drasticamente il rischio di alopecia persistente: a sei mesi dalla fine della chemioterapia, solo il 13,5% delle pazienti trattate presentava ancora perdita di capelli, contro il 52% di chi non aveva utilizzato il dispositivo. Inoltre, le donne che hanno usato il casco hanno riportato una percezione migliore della propria immagine e minori livelli di stress.
Come funziona il casco refrigerante
Il casco mantiene il cuoio capelluto a una temperatura controllata, stabile e uniforme (intorno ai 10-15°C), grazie a un sistema computerizzato che regola il flusso del liquido refrigerante. Questo abbassa il metabolismo dei follicoli e riduce gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici, riducendo la caduta dei capelli. Il raffreddamento inizia poco prima della somministrazione della chemio, continua durante l’infusione e si prolunga dopo, per garantire la massima efficacia del trattamento.
Una storia di amicizia e solidarietà: la raccolta fondi
L’acquisto dei caschi è stato possibile grazie a una raccolta fondi nata dal desiderio di amici e familiari di ricordare Giuliana Giovale e Gabriella Reviglio, due donne che hanno affrontato con coraggio la malattia ma non sono riuscite a sconfiggerla.
La campagna, lanciata attraverso la realizzazione di due eventi benefici subito dopo la scomparsa di Giuliana e poi di Gabriella, da Matteo Ienco e Gaia Romano, rispettivamente titolare e direttrice di un noto locale di Avigliana, ha visto una grande partecipazione della comunità e una partecipazione diretta nella raccolta fondi anche da parte dei promotori: un gesto concreto che trasforma il dolore in solidarietà e che permetterà a molte pazienti di affrontare con maggiore serenità un passaggio difficile delle cure oncologiche.
“Giuliana e Gabriella credevano nella ricerca e nella possibilità di migliorare la vita delle pazienti – sottolineano i promotori della raccolta fondi – e questi caschi sono il modo migliore per portare avanti il loro messaggio di speranza”.