Scavalcare la recinzione lungo corso Venezia è per molti un gioco da ragazzi. Poi una volta dentro, al parco Sempione, si entra in un labirinto di disperazione, fortino dell'illegalità. Un piccolo avamposto di spacciatori presidia l'area tra le due ex fabbriche Carlin e Gondrand. Tra le lamiere e i vialetti si vede di tutto: le tende, le baracche, fornelli per mangiare. Un accampamento a cielo aperto che resiste alle demolizioni e all'arrivo delle prime ruspe.
I residenti lo chiamano ormai “Tossic Park”, rievocando vecchi ricordi: un’area dove lo spaccio e il consumo di droga avvengono alla luce del sole, e dove pochi osano avventurarsi oltre l'area cani. "Lo hanno trasformato in un dormitorio - racconta una residente di via Cigna -. Ci sono gazebo, perfino una piccola “piazza di spaccio” nascosta tra gli alberi. È impossibile anche solo passarci vicino".
Dietro le siepi e gli alberi in fiore si nasconde un microcosmo di degrado: materassi macchiati, rifiuti, resti di pasti, siringhe, bottiglie rotte. C’è chi dorme, chi baratta, chi si buca. Qualcuno si improvvisa “guardiano” di un angolo di terra che non gli appartiene, ma che nessuno sembra più voler reclamare.
Le voci del quartiere
I comitati di quartiere e i residenti di Barriera di Milano hanno segnalato più volte la situazione. Chiedono un nuovo sgombero e un presidio fisso delle forze dell’ordine, ma per ora l’intervento pare complicato: trattandosi di parco pubblico, la polizia può solo controllare e identificare, ma non “espellere” chi vi soggiorna. "Quanto succede in questa parte di quartiere, ritrae oramai una situazione fuori controllo - così la capogruppo di Fdi della Circoscrizione 6, Verangela Marino -, dove purtroppo gli unici che ne fanno le spese sono i cittadini onesti, ormai non più liberi di accedere a parchi pubblici e transitare tranquillamente e serenamente lungo i percorsi adiacenti a quanto elencato".
Il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, non usa mezzi termini: "Finché non partirà davvero il cantiere della Metro 2, sarà impossibile restituire quest’area alla città. È diventata terra di nessuno".
Cresce la paura
Intanto, la paura cresce, anche oltre il Sempione. "Dopo il tramonto, qui non passa più nessuno - racconta un commerciante di corso Venezia -. Ogni sera si accendono fuochi, si sentono urla, si vedono movimenti sospetti. È come vivere accanto a un film dell’orrore".
Le bonifiche temporanee delle scorse settimane sembrano aver avuto vita breve. E la barriera di lamiere, eretta per limitare gli accessi, oggi è di nuovo forata da varchi improvvisati, che diventano passaggi costanti per chi cerca un rifugio o un punto di spaccio.