Cronaca - 09 ottobre 2025, 10:53

Da una ricevitoria di Trofarello a una vasta rete di scommesse sportive clandestine: l'indagine nasce dal caso-Fagioli

La Polizia ha smantellato una rete criminale dedita all’esercizio abusivo di giochi online: le indagini sono iniziate nel 2022. L'atleta inserito tra gli intermediari a causa del debito che aveva da scontare

Scoperto un giro di scommesse sportive clandestine a Trofarello

Due persone, di 37 e 40 anni, titolari e gestori di una sala scommesse di Trofarello, sono finiti nei guai al termine di un'operazione condotta dalla Polizia sotto il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri. Per entrambi, raggiungi dall'obbligo di presentazione, l'accusa è di esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa e frode in competizioni sportive e autoriciclaggio. Con loro, indagate a vario titolo, ci sono anche altre 13 persone.

Le indagini sono scattate a settembre del 2022, sulla scia del caso-Fagioli (giocatore all'epoca alla Juventus) sulla base di elementi che lasciavano ipotizzare l’esistenza, nella provincia di Torino, di un gruppo organizzato dedito ad attività di raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi tramite la predisposizione di piattaforme di gioco online. Un'ipotesi che ha trovato conferme nel successivo mese di dicembre, grazie ai risultati di un controllo amministrativo effettuato presso il centro scommesse di Trofarello. Era emerso, infatti, che nell’attività commerciale – formalmente intestata ad uno dei due destinatari della misura cautelare e centro nevralgico del gruppo criminale – era operativo un sistema parallelo di raccolta e gestione di scommesse non autorizzate basato sull’utilizzo di sofisticati software e spazi virtuali.      

 Le indagini, supportate da intercettazioni, servizi di appostamento e pedinamento, nonché dall’analisi di decine di analisi di smartphone e computer (sequestrati agli indagati e presso agenzie di scommesse) hanno confermato l’esistenza di un’associazione dedita alla raccolta non autorizzata di scommesse sportive anche a distanza.

 In particolare, le indagini hanno permesso di ricostruire l’intera architettura dell’organizzazione a struttura piramidale: il gruppo si avvaleva della creazione e gestione di piattaforme di gioco online (parallele rispetto a quelle autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), denominate “betart.bet”, “specialbet.bet” e “crazybet”, messe a disposizione degli scommettitori mediante l’apertura di linee di credito e la concessione di fidi. In tal modo, la compagine riusciva a gestire un ingente flusso di puntate per importi e profitti di centinaia di migliaia di euro. È emerso, inoltre, che gli indagati comunicavano tra loro tramite chat criptate, utilizzando nickname e sistemi di cifratura avanzati. 

Gli investigatori sono riusciti a ricostruire con precisione i flussi di denaro attraverso l’esame di ricariche con carte prepagate e di movimentazioni verso conti esteri, delineando un ingegnoso sistema di gestione e occultamento dei proventi illeciti.  

Accanto ai membri inseriti in maniera stabile nell’organigramma dell’associazione, su un piano distinto ma comunque rilevante, sono stati scoperti numerosi intermediari che fungevano da collegamento tra i vertici del gruppo e gli scommettitori. Tra questi ultimi, proprio il calciatore professionista, il quale aveva accumulato nel tempo un considerevole debito di gioco. Dalle sue dichiarazioni rese all’Autorità Giudiziaria, sono emersi riscontri oggettivi circa l’operatività dell’organizzazione criminale.

redazione