Sport - 14 ottobre 2025, 12:04

Il ricordo di Maria Long, la donna che non avrebbe mai smesso di correre

È stata fondatrice della scuola di fondo di Pragelato assieme al marito e per tenersi allenata correva in montagna. Protagonista del ‘terzo tempo’ di tante gare, ha vinto cinque volte la Tre Rifugi

Maria Long a un Vertical Sunset

Fino allo scorso anno guidava i suoi giovani allievi lungo la pista di fondo di Pragelato, chinandosi ai loro piedi per aiutarli ad agganciare gli sci quando erano alle prime armi. Maria Long ha insegnato a migliaia di bambini ed è stata un esempio per le donne nella marcia alpina, disciplina che le permetteva di mantenersi allenata nella bella stagione e che l’ha portata a vincere cinque volte la Tre Rifugi della Val Pellice. Fondatrice della Scuola di sci nordico di Pragelato – assieme al marito, l’atleta nazionale ed allenatore Pierino Peyrot –, la settantasettenne Long è scomparsa sabato 11 ottobre. Il suo funerale si svolgerà al tempio valdese di Ruata (Pramollo) oggi, martedì 14 ottobre, alle 15.

Dalla neve di Pellenchi alle gare

Maria Long aveva imparato a sciare da bambina attorno alla casa di famiglia, in borgata Pellenchi di Pramollo. Condivideva la passione con i due dei suoi fratelli: Gino e Gilberto.

Ettore Long non era loro parente ma abitava nella stessa borgata a circa 50 metri dalla loro casa: “D’inverno li vedevo partire al mattino diretti alle competizioni di sci di fondo. Guidava Gilberto che era il più grande – ricorda –. A quei tempi Maria gareggiava anche contro i maschi”.
Entrò poi nello sci club di Prali, in cui continuò ad alimentare la sua passione: “Lei correva sempre, tanto a piedi che sulla neve. Da ragazzina, un anno si piazzò prima al campionato italiano di fondo, un’altra volta seconda” aggiunge Long.
Visse anche in Svizzera, dove si trasferì per lavorare assieme al marito, ma negli anni ottanta tornò nella sua vallata e si iscrisse ai primi corsi attivati per diventare istruttore di sci di fondo. “Avevano già una quarantina d’anni di carriera alle spalle quando, ad inizio degli anni 2000, lei e Peyrot decisero di fondare la loro scuola dedicata al fondo” racconta il collega Paolo Treves. Ma furono anche i maestri storici dei corsi che si facevano al centro di educazione ambientale di Pracatinat: “Insomma, hanno insegnato a sciare a migliaia di bambini” commenta Treves.

Le metafore per insegnare la tecnica

L’insegnamento ai più giovani era proprio una delle specialità di Long: “Mentre con gli adulti poteva spazientirsi con loro era tranquilla – continua Treves –. Si è dedicata a ragazzi e bambini fino all’anno scorso: era una signora di ormai settantasei anni ma che si chinava senza indugi ai loro piedi quando era necessario aiutarli ad agganciare gli sci”.

Con la stessa pazienza insegnò ai suoi nipoti: “Mia zia cominciò a portarmi sugli sci a tre anni e così fece anche con i suoi due nipoti Mattia e Alessia” racconta Alberto Rosso, nipote di Gino Long, anche lui oggi insegna. Quello che ha trasmesso è un approccio alla tecnica adattato alla fantasia dei più piccoli: “Utilizzava delle metafore come quella del ‘cagnolino’ e dell’’aquilone’ che noi istruttori usiamo ancora adesso con i bambini. È stata una brava maestra e poi una buona collega, lei non avrebbe mai smesso” rivela Rosso.

Dal fondo alla corsa in montagna

La caparbietà era una delle caratteristiche del suo temperamento, così come la disponibilità a incoraggiare gli sportivi, tanto nello sci quanto nella corsa in montagna. Domenica 12 ottobre alla premiazione del Trail delle Borgate di Pomaretto l’ha ricordata anche il giovane campione del mondo di skyrunning Gianluca Ghiano. “Tanti giovani che hanno corso con noi si ricordano come li incoraggiava e si complimentava con loro per i risultati ottenuti. Era sempre gioiosa e sorridente” ricorda Gabriele Barra, presidente dell’A.s.d. Baudenasca, con cui Long correva negli ultimi anni. “Prima era stata nella società sportiva della Riv Skf e poi in quella di Pomaretto – aggiunge –. Con noi ha vinto il campionato regionale di staffetta a due, una soddisfazione per lei e un titolo importante per la nostra associazione sportiva”.

Protagonista del ‘terzo tempo’

Tra gli organizzatori di gare di corsa in montagna come Omar Riccardi, vedere l’iscrizione di Long era una gioia: “È stata una delle prime atlete a credere nel circuito Vertical Sunset e ci rendeva felici vedere che anche quell’anno si era iscritta. È stata una donna mentalmente aperta, entusiasta e pronta a sostenere le nuove iniziative” ricorda. Inoltre era una delle persone che faceva la differenza anche una volta che la gara si era conclusa: “Maria era una protagonista del ‘terzo tempo’: aveva una parola buona per tutti e in particolare incoraggiava le ragazze che erano alle prime armi”.

Elisa Rollino